"Il primo dolore" di Melissa Panarello: in un romanzo intenso e profondo le sfumature dell’essere madre e del diventare madre
C’è il ricordo,
martellante e doloroso, di una madre anaffettiva e, peggio, perfida. Che arriva
a denigrare una bambina, a umiliarla, ad essere cattiva fino a dimostrarle,
quando è adolescente, che, se solo volesse, potrebbe anche portarle via il
ragazzino. Perché Agata è sì senza cuore ma è una donna bellissima e giovane
che con la figlia Rosa sembra voler solo competere portandole via tutto: la
serenità, la bellezza, l’amore. La vita - “Ero sempre in equilibrio, attenta
che ogni cosa che facevo non provocasse disturbo”.
In Rosa questi ricordi
riaffiorano prepotenti durante il travaglio. Ricorda la sua infanzia grigia di
bambina non voluta, con un papà – figura quasi anonima ma pur sempre in grado
di essere più accogliente rispetto alla madre – rarefatto, privata di tutto ma
mai rassegnata nell’elemosinare carezze e attenzioni. Eppure, malgrado un’infanzia
così pesante, Rosa mentre sta mettendo alla luce suo figlio ha un unico
desiderio: incontrare la mamma che non vede da anni.
“So che è viva, ripiegata
sui suoi ricordi, stesa sul letto di quella casa che non ha mai voluto
lasciare, a pensare come sarebbe oggi la sua vita se avesse tenuto accanto a sé
sua figlia, convinta infine di aver fatto la scelta giusta: allontanarmi per
trovare qualcosa che le è sempre mancato. Se io di notte mi avvicinavo al letto
per ritrovarla, lei ha creato una notte eterna che adesso abita, e in cui, cieca
e sola, cerca di afferrarsi”.
È intenso, profondo e a
tratti sconvolgente Il primo dolore (La
Nave di Teseo) di Melissa Panarello: l’autrice di 100 colpi di spazzola prima di
andare a dormire, il romanzo erotico che 16 anni fa fece tanto clamore (la
Panarello era minorenne e si firmò Melissa P.), torna in libreria con un testo
che fa riflettere e commuove, scandagliando senza pietà tutte le sfumature dell’essere
madre e del diventare madre.
L’angoscia di Rosa, in
preda alle contrazioni, è quella di non essere una brava madre perché quell’imprinting,
terribile, che ha avuto, l’ha irrimediabilmente segnata. Non prova rancore
verso Agata né sentimenti di vendetta; le è legata in maniera particolare, è
lei e solo lei che vorrebbe accanto durante il parto che ha scelto di fare in
casa. Antonio, il compagno che ama, ricambiata, così tanto – “Credo
che una delle ragioni per cui io sono diventata una donna diversa
da mia madre sia stata l’aver scelto uomini
completamente differenti da mio padre: uomini che sorridono. Ho sempre
voluto questo dall’amore: il sorriso e la compassione, due cose che sono sempre
mancate nella mia famiglia” – quel desiderio lo esaudisce. E il passato irrompe
in uno dei momenti più significativi nella vita di una donna.
C’è una giustificazione
nell’atteggiamento che Agata ha avuto nei confronti di Rosa, in quel legame mai
nato che alla tenerezza ha anteposto l’astio. C’è un segreto che Agata ha ben
nascosto, un dolore immenso in sala parto, in balìa di due studenti di medicina
anziché di un ginecologo, sola e soffocata da un destino non scelto. Lei non
voleva sposarsi né diventare madre: i sogni ingenui di ragazzina si sono
infranti in un attimo.
Due cammini paralleli che
si intrecciano fino a completarsi, un’unica storia sulla forza radicale del
venire al mondo, sul legame inestinguibile dei sentimenti più istintivi, sulla
possibilità di nascere ancora, nascendo madre, ogni volta che in qualche modo
lo si diventa o si torna a esserlo.
Il
primo dolore è forse il libro più bello e maturo di
Melissa Panarello.
Melissa Panarello, nata a
Catania nel 1985, pubblica il primo romanzo a diciassette anni. Cento colpi di spazzola prima di andare a
dormire diventa un bestseller internazionale vendendo tre milioni di copie
in 42 paesi. Da allora ha pubblicato L’odore
del tuo respiro, In nome dell’amore,
Tre, Vertigine, In Italia si
chiama amore e La Bugiarda. Ha
collaborato e collabora con numerosi quotidiani e riviste. È astrologa per il
settimanale “Grazia”.
Rossella
Montemurro