"Io esisto. Babbo Natale vuota il sacco": l'epistolario comico, invettivo e spudorato di Saverio Raimondo
Dopo quasi due secoli,
finalmente Babbo Natale (sì, proprio lui!) risponde a tutte le lettere
ricevute. Ha trovato il tempo perché quest’anno, per la prima volta, Babbo
Natale ha deciso di non portare regali: la secolarizzazione avanza e sempre
meno bambini credono in lui (complice anche l’e-commerce); nel teso scenario
globale, le sue ripetute violazioni dello spazio aereo non saranno più
tollerate da organi militari e sovranazionali; gli animalisti non intendono più
soprassedere al suo sfruttamento delle renne; e l’ombra del MeToo si allunga
anche su di lui e sul suo proverbiale far sedere i bambini sulle ginocchia,
comportamento ritenuto ormai inappropriato. Ma soprattutto, Babbo Natale
quest’anno non porterà doni perché a meritarseli sono solo i bambini buoni; ma
ormai i bambini sono tutti cattivi! Rispondendo a bambini comuni e ad altri
famosi (come Greta Thunberg e il principino George), a bambini di oggi e ad
altri che non lo sono più da un pezzo (come il Santo Padre e Donald Trump), di
lettera in lettera Babbo Natale si racconta e ci racconta chi siamo e cosa
siamo diventati: ipocriti, contraddittori, fanatici, ma soprattutto ridicoli.
Fino all’ultima, fulminante rivelazione.
Io
esisto. Babbo Natale vuota il sacco (DeA Planeta) di Saverio
Raimondo è un epistolario comico, invettivo e spudorato, da parte di un
osservatore privilegiato dell’umanità che non ha più nulla da perdere nel
rompere il suo silenzio e dirci in faccia la verità.
Saverio Raimondo (Roma
1984) è uno dei più apprezzati comici italiani, il cui umorismo si rifà alla
tradizione americana della stand-up comedy. Ha fatto radio, tv (dal 2015
conduce lo show CCN su Comedy Central), centinaia di spettacoli live e, tra le
altre cose, è presenza fissa a Porta a Porta di Bruno Vespa. Il suo spettacolo
Il satiro parlante è distribuito da Netflix in 190 paesi del mondo. Nel 2018 ha
pubblicato il suo primo libro, Stiamo
calmi. Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare l’ansia.