Serial killer per vendicare le vittime dei pedofili. E' "L'angelo sterminatore" dello scrittore lucano Tommaso Carbone
Il tema
del doppio, l’eterna dicotomia bene-male, la scelta di vendicare le crudeltà
subite con altre crudeltà: L’angelo
sterminatore (Libromania) dello scrittore materano Tommaso Carbone è un
viaggio negli abissi del lato più oscuro dell’animo umano. Ambientato nel ’78
ha per protagonista Michele, un uomo che apprende all’improvviso da una zia in
punto di morte di essere stato adottato. Una verità che è, per Michele,
sconvolgente.
Rivive la
sua infanzia, gli anni in un collegio cattolico segnati dagli abusi e decide di
iniziare una vendetta - feroce e spietata -, un progetto folle che ha l’obiettivo
di riscattare la sua fanciullezza negata e quella di altre persone che hanno
vissuto lo stesso orrore. Michele, insomma, compie giustizia nonostante
la cecità di preti e tutori che hanno preferito insabbiare ciò che lui provava
a denunciare e vendica le piccole vittime capitate tra le mani dei pedofili.
Michele
ha nel passato un’altra zona d’ombra, un gemello che non sa di avere. Quando la
madre partorì i due bambini, un medico ne sottrasse uno per
consegnarlo a un gerarca fascista in cambio di una prestigiosa cattedra
universitaria.
Tommaso Carbone
accompagna il lettore nella mente malata di Michele in un crescendo di violenza
che solo il protagonista giustifica come unica ricompensa per gli anni
trascorsi nell’inferno, in balìa di orchi che avrebbero in realtà dovuto
proteggerlo. Man mano che si allunga la lista degli uomini brutalmente
assassinati, cresce il desiderio di Michele di sfidare gli inquirenti, pur consapevole
che un passo falso potrebbe significare la cattura.
L’angelo sterminatore ha
un ritmo serrato e non risparmia descrizioni crude. L’epilogo lascia il lettore
disorientato: è un finale originale, inimmaginabile.
L’autore può essere considerato
un maestro del genere: questo thriller si è fatto notare tra un migliaio di
manoscritti, quelli pervenuti all’iniziativa "Fai viaggiare la tua storia" promossa da
Libromania con il sostegno di Autogrill e la collaborazione di DeA Planeta
Libri e Newton Compton. L’angelo
sterminatore fa parte delle opere di narrativa inedite scelte dalla
redazione di Libromania e premiate con una pubblicazione digitale.
La pedofilia nell’ambito ecclesiastico fa da sfondo all’Angelo sterminatore. Perché ha scelto
questa tematica?
“È un tema a cui sono particolarmente sensibile. Lo avevo già affrontato
nel precedente romanzo, L’innocenza
perduta e in un racconto intitolato Un
angelo vestito di nero, incluso nella raccolta Carabinieri in Giallo 3
Giallo Mondadori”.
Quanto hanno influito i casi di abusi in Vaticano emersi
recentemente?
“Hanno influito sicuramente. La Chiesa e molti vescovi in passato hanno ignorano
o minimizzano le denunce di pedofilia nei confronti dei sacerdoti. Papa
Francesco ha invertito la rotta e annunciato nuovi cambi di
procedura su processi e ricorsi circa i casi di abusi:
“È una malattia, mettiamocelo in testa.” ha
detto, aggiungendo: “A chi è colpevole non darò mai la grazia.” Decisamente un
passo avanti nella trasparenza e nella condanna, non solo formale, verso coloro
che hanno abusato di bambini e ragazzi approfittando della loro posizione”.
L’angelo sterminatore, come la maggior parte dei suoi thriller, ha una lunga
scia di delitti. Parlare di tanto male e tanta crudeltà equivale quasi ad
esorcizzare il male?
“Il lettore si trova come lo spettatore delle tragedie greche, sottoposto
ad un effetto di ‘catarsi’, di purificazione: s’interroga sul senso della vita,
sul mistero della morte, sulla presenza del male, della colpa, del dolore, sul
destino individuale e collettivo. Sentimenti quali l’amore, l’odio, la vendetta,
la pietà che dominavano negli eroi tragici, una volta proiettati sulla scena,
venivano razionalizzati e come espulsi, liberati, dagli strati più profondi
della coscienza”.
Un’altra costante di alcuni suoi thriller è rappresentata
dai confini, che nei suoi testi sono sempre molto labili, tra i ruoli di
vittime e quelli di carnefici. Per analizzare dinamiche così particolari,
bisogna essere appassionati di psicologia. Qual è il suo rapporto con questa
disciplina?
“Sono un appassionato di questa disciplina. Per uno scrittore è
fondamentale immedesimarsi nei personaggi, comprenderne le motivazioni, i
sentimenti, gli stati d’animo, le dinamiche interne più recondite”.
L’angelo sterminatore sembra avere un finale aperto. Anche i legami tra alcuni
personaggi (pensiamo ai due gemelli) sembrano in attesa di un sequel. Ci sarà?
“Altri miei libri hanno dei finali aperti, e devo confessare che spesso
sono tentato di scrivere un sequel. Chissà che prima o poi non mi decida. L’angelo sterminatore doveva concludersi
diversamente: il commissario vede riflesso nel volto dell’assassino il suo, e
non ha il coraggio di premere il grilletto, permettendogli di fuggire”.
Cosa c’è nel suo futuro letterario?
“Sono alle prese con la revisione del nuovo romanzo, un thriller
intitolato La torrida estate del
commissario Mancuso. Fra qualche giorno inizierà l’editing di La vita che volevo, che dovrebbe vedere
la luce agli inizio del 2018, un romanzo di formazione Il protagonista è un
giovane meridionale, idealista e insofferente della vita di campagna con un
rapporto conflittuale col padre e che approda nelle fila delle Brigate Rosse da
cui fuoriesce, sdegnato dalla violenza delle azioni dei brigatisti. Ho
intenzione di scrivere un romanzo ambientato in Basilicata a cavallo dell’Unità
d’Italia. Poi c’è l’abbozzo di un libro d’avventura incentrato su un ragazzo a
cui i briganti hanno ucciso i genitori e rapito la sorella che si unisce a una
banda scalcagnata nella speranza di liberarla”.
Tommaso Carbone è nato nel 1963 a Grassano, in
provincia di Matera, si è laureato in Pedagogia e insegna nella scuola
primaria. Nel 2012 ha pubblicato Niente è
come sembra (Rusconi). Il suo racconto Un
angelo vestito di nero è stato incluso nella raccolta Carabinieri in Giallo
3 (Mondadori). Con Libromania ha pubblicato i romanzi Il sole dietro la collina, Il cadavere del santuario e Non
avrete scampo. Con Delos Digital L’innocenza perduta e A un passo dal baratro.
Rossella
Montemurro