Uno spietato serial killer e "La torrida estate del commissario Mancuso": una lunga scia di sangue nel nuovo thriller del lucanoTommaso Carbone
Si contano sulle dita di
una mano gli scrittori che, in Italia, pubblicano thriller davvero degni di
questo genere. Tommaso Carbone è tra loro, lo conferma La torrida estate del commissario Mancuso (Amazon, in versione
digitale e cartacea, attualmente ai vertici delle classifiche di vendita degli
store online), un libro che vi toglierà il sonno perché l’autore lucano non è
certo clemente quando si tratta di descrivere scene forti.
Torna il Sud con una
cittadina, Campominore che, per analogie con i nomi di alcuni locali può essere
identificata con Matera – ma in realtà può essere una qualsiasi città
meridionale -, con gli stereotipi che ancora affliggono le nostre terre – in
primis quello che identifica gli immigrati con persone pericolose. Tutto ciò fa da sfondo alla follia di uno spietato serial killer che con il suo
efferato modus operandi spezza la quotidianità.
Del primo omicidio –
quello di una ragazza, Rachele Delgiglio, il cui corpo viene ritrovato in un
canale – viene accusato l’assassino perfetto, per l’opinione pubblica:
l’immigrato, Seydou Kanutè. Ma, nonostante il “mostro” sia ormai in carcere, la
spirale di violenza e orrore non si placa. A distanza di poche settimane
scompare un’altra ragazza, Elisabetta Montesano - stava facendo un giro in
bicicletta e non ha più fatto ritorno a casa.
A indagare, in un clima
di paura che ormai pervade Campominore, è il commissario Mancuso con un team di
agenti pronti a tutti per stanare un serial killer che si sta dimostrando
perverso e fin troppo astuto. “Uno psicopatico”, così lo definisce il
commissario dopo l’ennesima vittima. Punto sul vivo, l’uomo ha una reazione terribile:
per vendetta rapisce Paola, la bella giornalista con la quale Mancuso ha una
relazione. Il commissario avrà un unico indizio, nascosto nelle poche righe di
una lettera, e tre giorni di tempo per ritrovarla. Scaduti i termini, Paola sarà
uccisa.
Carbone non ha
risparmiato dettagli splatter, descrivendo bene fin dove può spingersi una
mente malata. L’intreccio è, nel complesso, credibile, con personaggi dalle
psicologie ben delineate.
Come
è nata la trama del suo ultimo thriller, La
torrida estate del commissario Mancuso?
“L’idea di un thriller che
avesse come protagonista uno psicopatico che rapisce e uccide per appagare le
sue voglie insane e che sfida un poliziotto è nata un paio di anni fa.
Sicuramente un contributo decisivo lo hanno dato i numerosi fatti di cronaca
italiana e straniera degli ultimi anni. Come sempre ho lasciato che l’idea
maturasse e poi ho iniziato a scriverlo”.
Da
dove trae ispirazione per descrivere serial killers così spietati?
“Sono sempre stato
affascinato dal problema dal male nell’uomo in tutte le sue forme. L’ho,
studiato, analizzato, cercando di capire le motivazioni profonde che spingono
gli uomini, sia i sani di mente che gli psicopatici, a commettere delitti
orrendi. Consiglio a tal fine la lettura del romanzo I demoni di Dostoevskij e il saggio di Pareyson”.
Nei
suoi thriller sembra ci sia sempre una dicotomia marcata tra persone
integerrime e persone capaci di compiere i crimini più orrendi. È così?
“In effetti è così. Da
una parte i cattivi, che compiono il male a volte gratuitamente, per il puro
gusto di farlo, dall’altra le persone normali che senza voler essere eroi, ma
animati solo da una grande forza morale, li combattono”.
La torrida estate del
commissario Mancuso
è ambientato a Campominore, una cittadina di fantasia con chiara ambientazione
nel Sud. Si riescono a cogliere alcuni riferimenti su Matera. Perché ha
preferito non citare direttamente la città dei Sassi?
“Per me non è importante
citare espressamente il nome di un luogo, di una città, ma che questi siano
riconoscibili attraverso le caratteristiche paesaggistiche, ambientali,
culinarie…
In futuro non escludo di
ambientare un romanzo nella nostra splendida città”.
Il
suo prossimo libro sarà un altro thriller o la rileggeremo in versione più
soft, con un nuovo romanzo?
“Ho terminato qualche
mese fa un giallo e ora sono indeciso se iniziare un thriller o un romanzo
ambientato in Basilicata negli anni dopo l’Unità d’Italia che racconterà la
storia di una famiglia aristocratica le cui vicende giungono fino agli anni ’50”.
Tommaso Carbone è nato
nel 1963 a Grassano, in provincia di Matera, si è laureato in Pedagogia e
insegna nella scuola primaria. Ha pubblicato Niente è come sembra (Rusconi 2012, Selfpublishing 2018). Il suo
racconto Un angelo vestito di nero è
stato incluso nella raccolta Carabinieri
in Giallo 3 (Mondadori). Con Libromania ha pubblicato i romanzi Il sole dietro la collina, Il cadavere del santuario, Non avrete scampo e L’angelo sterminatore. Con Delos Digital L’innocenza perduta e A un passo dal baratro. Lo scorso anno è
uscito La vita che volevo, PubGold.
Rossella
Montemurro