Cedere ai piaceri della tavola senza drammi ma con tanta ironia: "Falso in bilancia" di Selvaggia Lucarelli
Irresistibile, sincera,
spiazzante: Selvaggia Lucarelli in Falso
in bilancia. Storia di una donna che preferisce entrare in una pasticceria
piuttosto che in una taglia 40 (Rizzoli) fa un regalo grandissimo a tutte
le donne mediamente ossessionate dal peso ma difficilmente propense a
rinunciare ai piaceri della tavola.
Lei che – scrive - fa
parte, secondo la letteratura sul tema, della famosa categoria “donna a
fisarmonica” – “quella donna in balia dell’effetto yo-yo. “Fisarmonica” e
“yo-yo” sono espressioni burlesche per non dire “donne che se la godono finché
qualcuno non rompe i coglioni”” - racconta la sua relazione insana con le diete
e il suo rapporto passionale con il cibo. Figlia di due genitori inappetenti,
costretta a cercare cose da mangiare in una dispensa quasi sempre vuota – con
l’effetto di improbabili accostamenti - e a tentare di resistere agli assalti
dei fratelli, afferma: "La gola non è un vizio. È una necessità. I vizi
capitali dovrebbero essere ridotti a sei, e il giorno in cui un partito capirà
che questa riduzione deve trasformarsi in una proposta di legge urgente, spazzerà
via tutte le altre forze politiche nel tempo in cui io mangio un bignè. Che inseriscano
l’Inappetenza, nella lista dei peccati capitali. Pensate a quante cene, pranzi,
brunch, colazioni, merende, spuntini rovinati per colpa di quegli esseri spregevoli
che: «Io prendo al massimo un’insalatina!». Un’insalatina? Se avessi voluto un
commensale che bruca erba sarei uscita con una capra al guinzaglio. (…)”.
Sempre in lotta con la
bilancia – ammette di avere periodicamente oscillazioni di peso e di muoversi
in una forbice dai dieci ai quindici chili -, fino a nutrire avversione e,
nello stesso tempo ansia nei suoi confronti, Selvaggia ricorda un periodo
magico e liberatorio, quello della gravidanza, quando poteva mangiare tutto
senza sentirsi in colpa: “(…) Non sono mai più stata così leggera come quando
sono stata così pesante. Non ho più ritrovato la felice avventatezza di quei giorni
in cui tutto sembrava possibile. (…)”. Poi, l’incubo delle diete, tutte fallimentari
nonostante un timido entusiasmo iniziale.
“Immaginatevi di nascere,
che so, con la necessità fisiologica di galoppare un mezzosangue ogni mezz’ora
o di appendere quadri al muro del salotto, ovunque siate e qualunque cosa
stiate facendo. Ecco, la fame è così. Ce l’hai e ti domandi: «Perché? Da dove
arriva? Perché non mi lascia in pace? Perché io e lui abbiamo mangiato una peperonata
trenta minuti fa, io ho già di nuovo fame e lui no?».”
Infine, il fidanzamento
con un cuoco che, se da un lato con prelibati manicaretti non fa che esasperare
il problema dall’altro è un invito a lasciarsi andare.
Selvaggia è passata dalla
gogna mediatica, ha sofferto (la sua è una vicenda per certi versi analoga a
quella di Vanessa Incontrada, alla quale dedica uno dei capitoli) ma ne è
uscita più forte e convinta delle proprie scelte: meglio cedere e abbandonarsi
alle tentazioni gastronomiche anziché soffrire con privazioni mortificanti. In Falso in bilancia, con schiettezza e
ironia, la giornalista descrive le sue disavventure diventando un po’ un
modello: perché non si lascia condizionare dalle mode, si accetta, è
autocritica e consapevole. Leggere il suo libro - in vetta nelle classifiche dei più venduti - è decisamente liberatorio.
Selvaggia Lucarelli è
scrittrice, giornalista per “Il Fatto Quotidiano” e protagonista di numerosi
programmi tv, tra cui Ballando con le stelle. È senza dubbio la donna più
popolare del web italiano. Dai suoi profili social e sulla prima pagina del
“Fatto” scrive con tagliente ironia di politica, media, costume e società. Con
Rizzoli ha pubblicato il romanzo Che ci importa del mondo (2014), Dieci piccoli
infami (2017) e Casi umani (2018). La sua pagina Facebook ha superato 1,3
milioni di follower, Instagram 600mila e Twitter oltre 850mila.
Rossella Montemurro