Dal dolore per un tradimento alla rinascita: "Non essere ridicola" di Brunella Schisa



Per chi lo subisce, il tradimento è un’esperienza devastante – tipo una deflagrazione all’improvviso che dà uno scossone alla routine e manda tutto in frantumi. Accade a Emma - poco più che sessantenne, una vita agiata, una figlia grande, Giulia – quando cerca di rintracciare il marito, Pietro che le ha detto di andar fuori per lavoro. È un’emergenza, Giulia non è rientrata a casa dopo un bisticcio e lei è preoccupatissima. Pietro ha il cellulare staccato, in albergo le dicono che non c’è nessun ospite con quel nome. Intanto Giulia è rientrata ed Emma passa il resto della notte a trovare giustificazioni plausibili per la bugia di Pietro fin quando è proprio il marito a rivelarle la verità: da un anno ha un’altra donna, una trentenne insegnante di pilates. A Emma crolla il mondo addosso, 25 anni di matrimonio vengono spazzati via all’improvviso. 
In quello che avrebbe dovuto essere un incontro chiarificatore dà il peggio di sé. Diventa sboccata, violenta, la sua è una reazione terribile a una scoperta per lei, in quel momento, altrettanto atroce. L’ultimo anno trascorso accanto a Pietro assume contorni diversi, è offuscato da dubbi, sotterfugi e inganni.

Accecata dalla rabbia e sconvolta dal dolore, in poche ore da donna di classe Emma si trasforma in una persona maleducata e dimessa. E’ con l’aiuto di una delle sue amiche, Anna, che tenta di arginare ogni emozione negativa, ormai un fiume in piena come le sue lacrime…

Non essere ridicola (Giunti, collana Terzo Tempo a cura di Lidia Ravera) di Brunella Schisa inizia così: una quotidianità tranquilla e, per certi versi invidiabile, che si incrina per una rivelazione inaspettata. La Schisa, con un ritmo vivace e toni spesso smorzati da un’ironia pacata e mai fuori luogo, racconta il tradimento vissuto in un momento critico della vita di una donna. Eppure, la protagonista, Emma, superato lo sbandamento iniziale – peraltro comprensibilissimo – anziché ripiegarsi su se stessa, continuare a subire e piangersi addosso, reagisce. Grazie alla vicinanza delle amiche, si reinventa, ritrova sicurezza in se stessa, si butta in nuove esperienze – dallo shopping compulsivo ad avventure erotiche.

Quella che sembrava una sconfitta si rivela, insomma, una nuova, grande opportunità per Emma che, leggendo Non essere ridicola, diventa un esempio per tante donne nella sua stessa situazione. Certo, è semplice a dirsi, però l’eleganza e la naturalezza della Schisa nel dar voce a Emma e sostanza alla sua resilienza sono un invito a guardare avanti e andare oltre, a essere ottimiste. Anche dopo i 60 anni la vita merita di essere vissuta con tutte le sue emozioni e ciascun di noi deve fare il possibile per ottenere il meglio.

Brunella Schisa, nata a Napoli, giornalista e scrittrice ha curato "Herculine Barbin. Memorie di un ermafrodito" (Einaudi 1978), "Il teatro di Raymond Roussel" (Einaudi 1982), "Lettere di una monaca portoghese" (Marsilio 1991). Esordisce nella narrativa nel 2006 con "La donna in nero" (Garzanti) che riceve numerosi premi tra i quali il Rapallo Carige. Giornalista di "Repubblica", ha curato per anni la rubrica di libri sul "Venerdì", cui adesso collabora. Tra le sue opere "Dopo ogni abbandono" (Garzanti 2009), "La scelta di Giulia" (Mondadori 2013) e "La Nemica" (Neri Pozza 2017).

Rossella Montemurro

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