"Sempre più magre. La denuncia di una giovane top model", Victoire Dauxerre nell'inferno delle passerelle
"Ho appena
compiuto diciott’anni, Elite mi trova fantastica e a settembre sarò a New York!
Quando sono arrivata a casa, mi sono pesata. Se con il mio metro e
settantotto e i miei 58 chili entro in una 40, dovrò perdere almeno tre
chili per arrivare alla 38 e
altri tre per la 36.
Siamo al 2 luglio, i primi casting a New York cominciano a inizio
settembre, mi do otto settimane per scendere a 52 chili. Diciamo 50, per
avere un po’ di margine. Fa un chilo a settimana, dovrei farcela".
Si può sfilare su
passerelle sfavillanti indossando abiti da sogno ma vivendo un incubo. L'ansia
e la paura non ti lasciano più se tutto ciò che ti sta attorno - persone
comprese - è falso. Tu sei solo un corpo e devi essere perfetta. Pazienza se
questo significa mangiare soltanto tre mele al giorno: la discesa verso
l'inferno inizia varcando le porte del paradiso della moda, l'Elite.
Sempre più magre. La denuncia di una giovane
top model (Chiarelettere, traduzione di Valentina
Abaterusso) è il libro di una giovane
modella francese Victoire Dauxerre che racconta la sua terrificante
esperienza. Da ragazza normale e senza grilli per la testa a modella – per caso
– contesa dai più grandi stilisti. Per lei, da un giorno all’altro, un’infinità
di casting, shooting, sfilate, copertine e una sola costante: essere ridotta a
“gruccia” o “vacca alla fiera del bestiame”, senza essere minimamente
considerata come donna.
Il mondo
della moda è infido, con regole non scritte eppure chiare e rigide. Nessuno
chiederà mai a una modella di non mangiare, l’unica pretesa è la 36, taglia
indispensabile per sfilare. Victoire durante quei mesi angoscianti si cibava
solo di mele, una sua collega riusciva a vivere con un biscotto al giorno, un
ragazzo aveva rubato una zolletta di zucchero per poi essere schiacciato dai
sensi di colpa… Tra le mannequin nessuna ammette di essere anoressica – eppure
per loro cenare con un fettina di pollo scondita e con un contorno di verdurine
bollite equivale a gonfiarsi come un pallone.
Il vuoto
dei loro corpi è pari a quello che le circonda, come la solitudine, il freddo
intenso in qualsiasi stagione, i mal di pancia. Ragazze bellissime che spesso
non si sentono tali e che vivono ventiquattr’ore al giorno inseguendo casting
dove dilaga la spersonalizzazione. Modelle coccolate e viziate da truccatori e
parrucchieri? No, ragazzine maltrattate senza alcun riguardo.
Quella
delle top model non è un vita fiabesca ma una corsa continua in cui non si ha
più tempo per sé, per gli affetti, per i valori. Victoire, ridotta pelle e ossa
e incapace di risalire dal baratro nel quale era sprofondata, a un certo punto
si ribella e decide di farla finita. In tutti i sensi.
Salvata
in extremis dopo un tentativo di suicidio, senza più capelli e con il calcio di
una settantenne nelle ossa, viene ricoverata in clinica per tre mesi. Riprende
in mano la propria vita, ritrova serenità e dignità, ricomincia a studiare. Ha
dalla sua l’affetto di una famiglia che, sulle prime, aveva sottovalutato le
insidie di quel lavoro così speciale.
Anche
grazie alla denuncia di Victoire in Francia, dove il libro ha venduto oltre
50mila copie, lo scorso maggio è entrata in vigore la legge
che vieta le sfilate alle modelle troppo magre: prima di poter firmare un contratto, le modelle dovranno
presentare un certificato medico che attesti il loro stato di salute con
particolare riguardo al loro BMI, l'indice di massa corporea, che è dato
dal rapporto tra altezza e peso.
Oggi Victoire
è una ventenne allegra e in salute che studia recitazione a Londra e compie i
primi passi nel mondo del teatro, la sua vera passione.
Rossella Montemurro