"La stoffa delle donne" secondo Laura Calosso


Prendere il primo volo in partenza da Linate e lasciare a terra le difficoltà, la pesantezza delle giornate, spese tra figli adolescenti sempre in rivolta, un marito bancario all’ufficio mutui in crisi mistica e un lavoro impegnativo, all’ufficio Controllo Qualità di un’azienda tessile sull’orlo del fallimento.
E’ quello che fa, senza pensarci neanche un secondo, Teresa Guerrini, la protagonista del romanzo La stoffa delle donne (SEM) di Laura Calosso.
Quando Teresa atterra, ad Amsterdam, sente di non voler più tornare alla sua vita di tutti i giorni e tantomeno in ufficio dove è stata costretta a certificare il falso per nascondere la presenza di sostanze chimiche nocive nei tessuti per abiti. Forse un’altra vita è possibile solo in un altro posto, si trova a pensare mentre cammina per le strade della città sconosciuta, notturna, senz’altro appiglio che la propria volontà.
Eppure i pochi giorni che Teresa trascorrerà in Olanda, alle prese con situazioni al contempo normali e straordinarie, le serviranno per rimettere ‘in asse’ il proprio destino. Con la qualità tutta femminile che coniuga il senso pratico con l’attitudine alla fermezza, Teresa Guerrini tornerà a casa sapendo cosa è giusto e si ‘deve’ fare. 
“La trama – spiega la scrittrice che ha presentato il libro a Matera nel corso del Women’s Fiction Festival - è nata dall’osservazione della realtà. Per lungo tempo ho lavorato in un’azienda, ho osservato le donne e volevo restituire loro l’opportunità di rivedersi in questa storia. E’ quando riesci a vederti dall’esterno che riesci a capire quello che non va”. 
Può accadere davvero, come è accaduto alla protagonista, di mollare tutto, guardare la realtà con occhi diversi e poi cambiare drasticamente?
“Conosco molte persone che sono riuscite a fare tutto questo ma si arriva con una certa preparazione, con l’esperienza. E’ difficile per qualcuno alle prime difficoltà riuscire a superare un disagio profondo. Lo si può fare quando quella diventa l’unica possibilità che hai per vivere e per sentirti una degna di vivere. E’ un po’ un arrivo, non è una partenza”.
Conta anche in questo caso l’esperienza diretta?
“La mia vita è una vita complessa, quello che io racconto nel libro sicuramente non è autobiografico ma le sensazioni che descrivo le ho oggettivamente provate, magari in altri contesti. Diventa molto difficile, quando vai nel profondo, riuscire ad essere così lucidi: talvolta immagini delle situazioni e pensi che reagiresti in un determinato modo. Se non le hai provate diventa difficile. Diciamo che questo è un romanzo verista, naturalista, c’è la vita vera che a volte è talmente carica e densa di sensi e non sensi al punto da sembrare paradossale e quindi anche fiction”.
Nel suo futuro letterario cosa c’è?
“Nel mio futuro c’è un altro libro. Sono a pagina trenta, la strada è ancora lunga”.
Lo pubblicherà sempre con la SEM?
“Sì, se la SEM vorrà. Gli autori non hanno un editore per l’eternità. In questo momento mi trovo molto bene con loro e peraltro sono le persone che mi hanno seguita in Mondadori con il libro precedente. C’è un rapporto di feeling e amicizia che mi auguro continui, per me è una grande esperienza umana oltre che professionale”.

Laura Calosso è nata ad Asti. Giornalista, ha studiato Scienze politiche e Letteratura Tedesca. Ha lavorato in medie e grandi aziende occupandosi di Ufficio Stampa e Certificazione Qualità Prodotto. Ha esordito nel 2011 con il romanzo A ogni costo, l'amore (Mondadori).
Rossella Montemurro
 

 

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