"Colpisci il tuo cuore", con Amélie Nothomb nel vivo delle emozioni tra madri e figlie
“Diane non si
riaddormentò. La rivelazione dell’amore non smetteva di percorrerla da capo a
piedi. Certo, in braccio al papà, alla nonna, al nonno, aveva sentito di essere
amata e di amare a sua volta. Ma ciò che aveva provato tra le braccia della madre
era di una natura del tutto diversa: era qualcosa che aveva a che fare con la
magia. Era una forza in grado di elevarci, lasciarci senza fiato,
spargendo felicità a piene mani. Una cosa che c’entrava con l’odore della
madre, il più dolce e inebriante tra i profumi. Era una cosa che riguardava la
voce della madre quando le aveva parlato quella notte, ed era stata la musica
più deliziosa che avesse mai ascoltato. Si associava infine con la dolcezza
della pelle e dei capelli della madre, che avevano reso completa quella
perfezione trasformando l’abbraccio in una lunga carezza setosa.
Non si doveva
riaddormentare: era l’unico modo che aveva per assicurarsi di non aver
sognato.(…)”.
Diane ha pochi
mesi, è una bambina bravissima, è molto bella ma ha la sfortuna di avere una
madre, Marie, che soffre di un’invidia e di una gelosia terribili. Sì, Marie è
invidiosa e gelosa di sua figlia. Perché Marie, anche lei molto bella, ha fatto
da sempre della gelosia e dell’invidia provate dalla gente verso di lei, la sua
ragione di vita: essere la più affascinante, avere il marito migliore, la
famiglia perfetta. Inevitabile che qualcuno che più di lei attira complimenti,
ammirazione e sguardi rischi di metterla in ombra. E così, paradossalmente, una
figlia che dovrebbe essere amata più di noi stessi, lascia indifferenti, è
quasi alla stregua di un oggetto, non è "degna" di quel calore e
quegli slanci che dovrebbero caratterizzare la maternità.
Diane ha capito
tutto, soffre ma al tempo stesso giustifica Marie. La giustifica anche quando
nasce il fratellino, Nicolas, e la vede affettivamente coinvolta da questo
bambino: certo, è un maschietto, non può provare nei suoi confronti gli stessi
sentimenti che prova verso Diane - non c'è, insomma, competizione.
È quando nasce Célia
che la situazione da paradossale diventa controversa, confusa: Marie fagocita
la piccolina con un amore smisurato, morboso, decisamente tossico. Con i suoi
abbracci continui e insistenti la soffoca e soffoca anche le ultime speranze di
Diane.
“Mamma,
ho accettato tutto, sono sempre stata dalla tua parte, ti ho sempre dato
ragione perfino quando la tua ingiustizia era evidente, ho sopportato la tua
gelosia perché capivo che ti aspettavi di più dalla vita, ho sopportato che me
ne volessi per i complimenti degli altri e che me la facessi
pagare, ho tollerato che mostrassi la tua tenerezza a mio fratello mentre a me non
hai mai riservato neppure le briciole, ma ora quello che stai facendo davanti a
me è atroce. Una volta soltanto mi hai amata, e ho saputo che non esisteva
nulla di più bello al mondo. Ho pensato che a impedirti di manifestare il tuo affetto
per me fosse il fatto che io sono una femmina. Ma adesso, l’essere che stai
ricoprendo dell’amore più profondo che tu abbia mai manifestato
è una bambina. Tutto il sistema su cui si reggeva il mio universo è crollato. E
capisco che, semplicemente, tu mi vuoi poco bene, tu mi vuoi talmente poco bene
che non ci pensi neppure a dissimulare la tua passione folle per questa
neonata. La verità, mamma, è che se c’è una virtù di cui sei priva, è il tatto.
L’infanzia
di Diane finì in quell’istante. (…)”.
Ormai adolescente,
sceglie di vivere con i nonni, di affezionarsi a un’amica, Élisabeth e di buttarsi nello studio. Quando Diane,
sempre bellissima ma già provata dalla vita, inizia l’università studiando Cardiologia e si avvicina
ad una ricercatrice un po’ scontrosa che però ha tanta grinta e passione nel suo
lavoro. Olivia Aubusson diventa per Diane un
modello.
Il
destino, si sa, a volte è beffardo. Ben presto Diane si accorge che la vita
accademica di Olivia è agli antipodi rispetto al privato: la sua frugalità, la
sua aridità di fondo si sommano ad un marito asociale e a una figlia, Mariel
troppo malinconica. Gli atteggiamenti di Olivia ricordano quelli di Marie. Non
solo, l’arrivismo della giovane donna è senza limiti…
Colpisci il tuo cuore
(Voland, traduzione di Isabella Mattazzi) è il nuovo romanzo della vulcanica Amélie Nothomb. È in una frase di Alfred de Musset – “Colpisci
il tuo cuore, è là che il genio risiede” – che è racchiuso il significato di
questo libro intenso e spietato che non ha paura di sfatare il mito dell’amore
materno, di giocare con crudeltà con i sentimenti e di essere sorprendentemente
cinico. Lo stile della Nothomb, ancora una volta raffinato e ricercato, si
intreccia ad una trama forte, che fino all’ultima pagina regala colpi di scena
e cambi di prospettiva tutti giocati sul filo delle emozioni.
Nata nel 1967 a
Kobe, Giappone, trascorre l’infanzia e la giovinezza in vari paesi dell’Asia e
dell’America, seguendo il padre diplomatico nei suoi cambiamenti di sede. A 21
anni torna in Giappone e lavora per un anno in una grande impresa giapponese,
con esiti disastrosi e ironicamente raccontati in Stupore e tremori. Rientrata
in Francia, propone un suo manoscritto a una solida e storica casa editrice,
Albin Michel. Igiene dell’assassino esce
il 1° settembre del ’92 e conquista subito molti lettori. Da allora pubblica un
libro l’anno, scalando a ogni nuova uscita le classifiche di vendita. Ha
ottenuto numerosissimi premi letterari tra cui il Grand Prix du roman de
l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo ‒ da cui nel 2015 è stato tratto il film Il fascino indiscreto dell’amore di
Stefan Liberski ‒ e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Oggi vive tra Parigi e Bruxelles. Riccardin dal ciuffo è il suo 25°
romanzo.
Rossella Montemurro