Il senso e il significato della vita: "Del Tempo e della Verità" di Giuseppe Lazzaro
"Ho scritto questo
libro con lo spirito di riflettere ad alta voce su una tematica importante per
tutti e cioè il senso ed il significato che diamo alla nostra vita. Molto
spesso ci ritroviamo a filosofeggiare o a dare interpretazioni su quello che
siamo ma in realtà bisognerebbe recuperare il senso del concreto di tutte le
nostre esistenze. In altre parole significa “mettere i piedi per terra” senza
cercare nei meandri delle parole e dei sofismi intellettualoidi, sterili
approcci che non portano “vita” alle nostre vite”.
Così Giuseppe Lazzaro
descrive il suo libro "Del Tempo e della Verità” (PAV edizioni).
“In questo testo di
natura filosofica ma anche psicologica – aggiunge - intendo portare il lettore
ad innamorarsi della vita, intesa come dono prezioso che dobbiamo imparare ad
apprezzare nonostante le vicissitudini e le nostre bufere esistenziali. Il mio intento
è quello di lasciare ai lettori un senso di gioia immensa per quello che siamo
e per quello che ci appartiene in quanto “esseri umani” ed anzi, più diventiamo
umani, più ci avviciniamo a quella che è la nostra vera essenza spirituale. Ci
è dato un tempo da vivere come un solco che si scava tra le pieghe
dell’eternità. Il terso è intrecciato tra considerazioni di quelli che sono i
nostri modi di vivere e di pensare con testi di prosa poetica, uno stile di
scrittura che ho imparato dai tempi del liceo, quando i miei formatori, mi
hanno trasferito la passione per la cultura e per la conoscenza. In realtà, mi
sono reso conto che mentre scaviamo nella meraviglia di quello che ci circonda,
arriviamo a porci delle domande che riguardano il senso dei nostri giorni e del
perché della nostra esistenza. Questi temi sono stati trattati con profondità
ma con una scrittura che diventa leggera ed a tratti ironica, perché in realtà
la soluzione a tutto diventa l’ironia intesa come distacco dalle situazioni a
volte anche dolorose che ci investono. Se andiamo a ritroso nel tempo, i nostri
progenitori vivevano nella civiltà contadina ed avevano un senso del tempo
diverso dal nostro. La loro vita era più faticosa in termini proprio fisici ma
più leggera in termini psichici. Loro ad esempio, erano molto più consapevoli
di noi del ciclo della vita. Nei nostri tempi, invece, noi fuggiamo dalla morte
ma anche da quelle che sono le gioie che possono capitarci. Gli stimoli che ci
sommergono ogni giorno, sono per la maggiore, di carattere negativo. Quante
volte, durante il giorno, fissiamo lo sguardo sui social ad assorbire
negatività che il più delle volte, non riguardano la nostra vita personale. E’
vero, il nostro modo di pensare fa le nostre vite ma noi possiamo alleggerire i
nostri pensieri, fissando quelle che sono realmente le cose importanti e che ci
danno realmente la “gioia di vivere”.
La nostra vita è un
insieme di esperienze quotidiane positive o negative. Noi facciamo sintesi di
quello che viviamo per darci dei significati. Con gli avvenimenti noi,
costruiamo la storia della nostra vita ed imprimiamo nella memoria gli stimoli
esterni. Gli stimoli possiamo recepirli anche in base al nostro vissuto, per
cui un evento che può colpire duramente una persona, non lo fa con un’altra
persona. Le difficoltà o le sofferenze, quando vengono accettate e vissute in
maniera costruttiva, sono anch’esse delle risorse che aiutano il nostro
apparato psichico, ad adattarsi all’ambiente, inteso come ambiente naturale ma
anche sociale, familiare, scolastico o lavorativo. Tocca a noi, vivere la vita
come risorsa o come una condanna ma visto che ci è stata donata, il mio
pensiero è quella di viverla profondamente per cercare qualsiasi barlume di
luce e di amore sul nostro percorso esistenziale.
La nostra psiche ha delle
risorse illimitate ed addirittura come sostiene il neurologo Shultz, si
rigenera. Oggi, siamo distratti da tante cose ed è come se quelle distrazioni
le cerchiamo perché stare da soli con se stessi, non è sempre semplice. L’evoluzione
di una personalità ha tante sfaccettature e credo sia importante “sapersi
ascoltare” nel senso di “lasciarsi andare”. Lo stesso Shultz la chiama “quiete
fluente.” Certo, non è un qualcosa che accade senza la nostra volontà. La
volontà è l’istanza psichica più vicina all’IO, come ribadisce Assagioli e la
volontà, non intesa come forza di volontà, va allenata. Come dicevo, la psiche
ha risorse illimitate e funziona come apparato che si adatta ma questo
adattamento, lo possiamo dirigere noi come direttori d’orchestra di tutte le
forze esistenziali che entrano in gioco. Il concetto di personalità è complesso
ma vivere una vita serena, molte volte dipende anche dal nostro atteggiamento.
Se tutto è vissuto con pesantezza, le cose poi iniziano a pesarci per davvero.
Bisogna avere quel sorriso che ci porta ad avere sempre la speranza che i
nuvoloni della vita, arrivano… e passano”.
Giuseppe Lazzaro è nato a
Massafra in provincia di Taranto. Di formazione classica è specializzando in
Psicologia Clinica. E’ un imprenditore e si occupa di formazione. E’ sposato ed ha due figlie.
Si è molto occupato di
associazionismo e di relazioni d’aiuto in ambito esistenziale e sociale.
Scrittore di saggi, poeta ed appassionato di filosofia e di teologia. Le sue
ricerche vertono su temi che riguardano le realtà psichiche come sviluppo
omeopatico e adattivo della persona nel proprio contesto sociale ed
esperienziale.