"Prova a dirmelo guardandomi negli occhi", quando l'odio corre sul web
Parte da una
spiacevole vicenda personale della giornalista lucana Francesca Barra il saggio
Prova a dirmelo guardandomi negli occhi
(Garzanti), un testo che analizza il lato più vile e deprimente dei social.
Leoni da tastiera, haters, bulli, violenti: sono queste le categorie più
pericolose del web che proprio nella realtà virtuale trovano terreno fertile
per far attecchire un odio che in assenza di uno monitor a far da filtro,
probabilmente non verrebbe fuori.
Come se i social
non fossero una cassa di risonanza micidiale, strumenti perversi in grado di gettare
fango e veicolare minacce, offese, volgarità.
È accaduto alla
Barra di finire nel mirino degli haters: separata, tre figli, un nuovo amore
l’attore Claudio Santamaria, immagini spensierate sui social – “(…) quel giorno
ho ceduto a un momento di leggerezza. Ho pensato: ma sì, la felicità non può
fare male.
Non può generare
male. È uno spaccato di vita, simile a tanti scatti che finiranno sui giornali”
– e via, una valanga di insulti che non hanno risparmiato la bambina più
piccola della giornalista, insinuando che fosse figlia di Santamaria.
“Qualche like,
qualche commento. E la mia vita, quella di mia figlia, del suo papà, del mio
compagno, rimbalzavano così, senza pudore o rispetto, sotto gli occhi di un social
network silenzioso e dunque compiacente”.
L’ “odiatore” è un
funzionario della Regione Basilicata, denunciato dalla Barra per diffamazione. Ma
non è il solo: la giornalista ha ricevuto da altri haters offese pesanti e
minacce di morte. Una vicenda dolorosa, personale che però la Barra ha voluto
affrontare in pubblico: raccontandola, nonostante lo squallore e la
sgradevolezza, per sensibilizzare sui pericoli subdoli della rete. Quei giorni
di angoscia, di domande, di sensi di colpa sono ripercorsi con amarezza e
lucidità tra le pagine di Prova a dirmelo guardandomi negli occhi, con uno
stile semplice e diretto. Non ha paura di esporsi, perché il suo obiettivo è iniziare
una battaglia di civiltà (“Piccola Greta non potevo non condurre questa battaglia
per te”, ha affermato) sia con un’incisiva azione di sensibilizzazione sia con
alcune proposte che, se venissero messe in pratica, sarebbero un buon
deterrente. Ad esempio, l’interdizione dai social da parte di chi diffama, una
sorta di DASPO: “In sostanza: chi commette un reato di diffamazione, viene
interdetto dall’utilizzo del social così come a un soggetto pericoloso viene
proibito l’accesso a luoghi in cui si svolgono determinate manifestazioni
sportive. (…) E, in base alla gravità del reato, anche l’accesso ai social potrebbe
essere interdetto temporaneamente, o per sempre. E come con il DASPO, che può
essere applicato anche nei confronti di minori che abbiano compiuto i
quattordici anni, così sui social si punirebbero con l’oscuramento”.
Prova a dirmelo
guardandomi negli occhi raccoglie anche le interviste di personalità del
mondo delle istituzioni e dello spettacolo che hanno vissuto esperienze simili,
da Miriana Trevisan a Paola Perego, da Maria Elena Boschi a Laura Boldrini.
Proprio quest’ultima dichiara alla Barra: “Bisogna finirla con questa scissione
tra rete e vita reale. La rete è vita reale, perché nella rete ci siamo noi,
persone con diritti e sentimenti. Tanto reale che qualche ragazza si è uccisa,
per il trattamento che dal mondo virtuale le era stato riservato”.
Francesca Barra è
nata a Policoro (MT). È sceneggiatrice e autrice. Lavora in televisione per La7, Sky,
Rai e Mediaset. Attualmente è accanto a Piero Chiambretti in Matrix su Canale
5. Ha condotto su Radio1 Rai La bellezza contro le mafie, ha collaborato
con «Sette» e «l'Unità». Ha pubblicato per Rizzoli Il quarto comandamento,
Giovanni Falcone un eroe solo, Tutta la vita in un giorno. Per Garzanti ha pubblicato Verrà il vento
e ti parlerà di me, Il mare nasconde le stelle, L’estate più bella della nostra
vita.
Rossella Montemurro