"La ballata dei Sassi" di Carlos Solito, da Milano a Matera sulle tracce di un poeta misterioso
“(…) Sono più credibile a
me stesso, semplicemente vero. Tutto qua, sono andato via da Matera arrabbiato,
con tanti sogni e manie di grandezza. Torno con la pace nel petto per iniziare
a fare quello per cui sono venuto al mondo, scrivere. Quei fogli sono un modo
per arrivare alla parte migliore di noi, chiunque li ha letti e fatti propri
l’ha scoperto. Non pensavo potessero creare tutto questo interesse. E poi, sono
arrivati anche a te. In un certo senso, questo conta, sa di bene.”
Si rincorrono da Milano a
Matera, Ettore e Maria per sfiorarsi con lo sguardo nel giorno più lungo per i
materani, il 2 luglio, la festa della Bruna, proprio durante la rottura del
carro in cartapesta. E dovranno inseguirsi ancora, complici i versi poetici di
Ettore che lascia scritti qua e là su alcuni bigliettini.
La
ballata dei Sassi (Sperling & Kupfer) di Carlos Solito
è una storia d’amore che trova la sua cornice ideale negli antichi rioni di una
città senza tempo, Matera, e di una regione descritta dalle pagine di Levi:
“(…) La Basilicata deve tanto a quell’uomo che nel posto più sperduto – lo è
oggi, immagina all’epoca – ha trovato la forza di tradurre il silenzio potente
di un mondo immobile, chiuso, penoso, dimenticato da Cristo, pieno di
miserabili e problemi antichi, in una meticolosa e meravigliata denuncia del
Meridione degli anni Trenta in cui emergono gli ingredienti con cui sono
impastati i lucani, di ieri e di oggi”.
Alla vigilia del 2019 –
anno in cui Matera sarà Capitale europea della cultura - Solito ambienta una
trama originale e, a tratti, struggenti, con personaggi che rimangono impressi
e, in un modo o nell’altro, lasciano il segno con i loro vissuti e i loro
discorsi.
“(…) Sono cresciuto aspettandomi
molto dal mondo, dal futuro, dalla vita. Poi il futuro arriva, la vita accade e
capita che i desideri si fanno realtà e sono più poveri di ciò che avevamo
immaginato. La bellezza sta nel mezzo, sta nelle speranze, nel cammino o nelle
corse tra l’inizio e la fine. E quando fine sarà, ‘sanda pacienz’ diceva mia
nonna, vuol dire che saranno i dolori dell’epilogo, ma poi ti resta di nuovo il
bello della vita. Ovvero riprendere a immaginare un percorso nuovo, qualcosa di
nuovo, un amore nuovo. Ora ti tocca una pietra sul petto, i respiri a metà, il
fiato da comprare a debito, il sale a bordo labbra.”
L’inseguimento tra Maria
ed Ettore, sui generis nell’epoca 2.0 –le sue poesie sono scritte con una
vecchia macchina da scrivere – va di pari passo con la bellezza emozionante
della città dei Sassi.
Carlos Solito, scrittore,
fotografo, giornalista e regista, è nato a Grottaglie, in provincia di Taranto.
Gira il mondo da giovanissimo e collabora con numerosi magazine e quotidiani
nazionali realizzando reportage di viaggi. Dirige spot pubblicitari, videoclip
musicali e cortometraggi. Le sue fotografie sono state esposte in diversi Paesi
e ha pubblicato una ventina di volumi illustrati per i più importanti editori
italiani. Ha firmato la raccolta di racconti Il contrario del sole (Versante Sud, 2010) e Montagne (Elliot, 2012), insieme a Dacia Maraini, Paolo Rumiz,
Maurizio Maggiani, Franco Arminio, Andrea Bocconi e altri. Dal suo primo
romanzo, Sciamenesciá (Elliot, 2016),
sarà tratto un film.
Rossella
Montemurro