"La segretaria" perfetta. O forse no. In anteprima mondiale il ritorno di Renée Knight
“Una brava assistente
personale deve conoscere i gusti del proprio capo. Che cosa lo appassiona? Quali sono i suoi
interessi? Si aspetteranno che tu sappia queste cose senza dovertele dire. Si
aspetteranno anche lealtà assoluta, ma penso che questo tu lo sappia già”.
Christine Butcher è la
segretaria perfetta. Sacrificando la sua vita personale, da dieci anni è
accanto a Mina Appleton, proprietaria dei supermercati Appleton’s, catena nota
per aver valorizzato il commercio etico. Christine è insostituibile, sa davvero
tutto di Mina, è lei che le stila un programma quotidiano, è lei che conosce
perfettamente i suoi gusti, i suoi vizi, le sue debolezze. Le è accanto, e un po’
complice, anche quando decide di spodestare il padre alla guida dell’impero dei
supermercati e prendere in mano le fila di un complesso e intricato gioco di
affari e relazioni.
Ma Christine è davvero
quello che sembra, è realmente così devota al suo capo? Sì, ha sacrificato la
famiglia (il marito l’ha lasciata, la figlia ha preferito andare a vivere con
il padre), il privato (lei vive per l’azienda, vive nell’ombra di Mina) per
dare il meglio di sé. Eppure un dubbio si insinua, prepotente, in Mina. Un dubbio
capace di mandare all’aria tutte le certezze, un campanello d’allarme insidioso…
Alterna brevi pagine su
un presente scandito dai ricordi ripercorsi da ritagli di giornale su Mina e un
passato di full immersion nel lavoro La
segretaria (Piemme, traduzione di Rachele Salerno), il romanzo di Reneé
Knight che, con La vita Perfetta (Piemme)
ha venduto centomila copie.
Si intuisce che accadrà
qualcosa che spezzerà l’(apparente) idillio tra Christine e Mina. Si comprende
che Christine forse non è così ingenua e sottomessa e che Mina non ha preso nulla
della correttezza del padre. A poco a poco le cose precipiteranno.
Inevitabile pensare alla
dialettica servo-signore, il concetto hegeliano nel quale il ribaltamento dei
ruoli permette un pericoloso cambio di prospettiva.
“(…) Io e Mina siamo
entrambe del segno della Bilancia e quando penso a noi, penso a due piatti in
equilibrio. O meglio, non proprio in equilibrio, la bilancia pendeva in genere
leggermente a suo favore; ma, nei momenti di debolezza, il suo piatto scendeva
di un po’, e allora diventavo io la più forte. Dubito che abbia mai fatto caso
ai piccoli cambiamenti che avevo apportato per adattarmi a lei, ma una buona
segretaria capisce quanto sia importante mantenere l’equilibrio nel rapporto
con il proprio capo. Siamo dipendenti gli uni dagli altri, assistenti personali
e datori di lavoro, rispondiamo alle reciproche esigenze. Per una segretaria è
fondamentale rendersi necessaria”.
Sofisticato e molto ben costruito, l’atteso
ritorno di Renée Knight, in anteprima mondiale in Italia, è un nuovo capolavoro
di suspense, una storia magnifica sulla doppiezza dei rapporti, sulla lealtà e
sull'ossessione.
La Knight, inglese, ha
lavorato a lungo come documentarista per la BBC, prima di dedicarsi alla
scrittura.
Rossella
Montemurro