"Lo stupore della notte", nel thriller di Piergiorgio Pulixi l'incubo del terrorismo a Milano e una superpoliziotta in cerca di vendetta
Si muove in bilico tra legalità e illegalità, soprattutto
da quando hanno ridotto il suo collega (e amante) in coma. Ragiona come un uomo
e ha dentro una rabbia infinita. Rosa Lopez è il numero uno dell’Antiterrorismo
ma, una volta chiusa alle spalle la porta di casa, è terribilmente sola. La
Lopez, figura portante dell’intenso Lo
stupore della notte (Nero Rizzoli) di Piergiorgio Pulixi, è uno dei
personaggi più belli e controversi di questo thriller corposo. Sarà perché si
trova invischiata in una trama serrata che prende in prestito dalla cronaca i
nostri incubi peggiori – in primis il terrorismo islamico – e li cala in una
Milano corrotta e violenta; sarà perché di donne come lei, forse, non ne
esistono e i suoi atteggiamenti così sfrontati e privi di scrupoli la rendono
magnetica. La Lopez, ad esempio, non esita a sparare al piede di un bambino
preso in ostaggio per disorientare un terrorista; per lei, spedizioni punitive
molto poco ortodosse nei confronti di chi ha osato prendersi gioco di una
poliziotta, sono la routine.
In Calabria ha fronteggiato la ‘ndrangheta, poi è passata
alla DIGOS di Milano, all’AISI - l’Agenzia informazioni e sicurezza interna -
fino a comandare le venti persone dell’Unità speciale contro il terrorismo di
matrice islamica dell’Antiterrorismo del capoluogo lombardo.
Da due anni combatte anche contro un senso di colpa che
non le dà tregua: per questo ha deciso che non mollerà fin quando non avrà
vendicato il suo compagno.
La narrazione procede lungo luoghi diversi: dalle sedi istituzionali
delle varie squadre della polizia in campo, ai ghetti islamici fino a
insospettabili palazzi – sconosciuti al catasto – nei quali tutto è lecito,
anche la tortura, per estorcere confessioni.
Al di là della trama – adrenalina pura – molto ben architettata,
Lo stupore della notte permette al
lettore comune di entrare in un mondo sconosciuto, quello del lavoro frenetico
delle forze dell’ordine di fronte alla minaccia del terrorismo, degli uomini e
delle donne che ventiquattr’ore su ventiquattro vegliano sulla sicurezza dei
cittadini mettendo a repentaglio la propria vita e sacrificando i propri
affetti. Rosa Lopez è una di loro, una superpoliziotta che ha pochissimo tempo
per trovare il Maestro – colui che insegna l’arte della guerra – e smantellare
il suo piano di morte: da qualche parte a Milano c’è qualcuno che sta
producendo perossido di acetone, una miscela che collegata a un semplice
detonatore, si trasforma in una bomba mortale con gas ustionanti in grado di
uccidere decine e decine di persone. Qualcun altro ha appena ricevuto tre kalashnikov e rubato tre furgoni...
La Lopez dimentica la divisa solo tra le braccia di un
ricco e affascinante chirurgo, consapevole però che la loro storia non avrà
futuro tanto da vivere ogni incontro come se fosse l’ultimo - abbassa le difese quanto basta per essere anche tradita, proprio lei. E non riesce ad
accorgersi di un collega fidato che per lei ha perso la testa e farebbe follie.
Dentro ha un abisso di solitudine e dolore che mal si concilia con l’intuito
investigativo e l’intelligenza brillante: ma la poliziotta tutta d’un pezzo non
potrà mai far trapelare la donna fragile, la vera Rosa Lopez.
“(…) Nessuno poteva anche solo immaginare l’immane lavoro
che c’era dietro quell’inviolabilità; tutti i sacrifici, tutte le relazioni
sentimentali andate a puttane, tutte le persone che si erano dannate e si
dannavano l’anima per proteggere il proprio Paese a costo di perdere tutto. A
partire da lei, che a soli trentasei anni aveva iniziato a soffrire di gastrite
nervosa per via di quel maledetto lavoro. Ora, a quarantasei, aveva l’ulcera di
una vecchia e un cronico ritardo del ciclo a causa dello stress”.
Tra raid punitivi, briefing delicatissimi, deep web, azioni
deplorevoli, aree off limits ogni cosa è possibile in un’atmosfera rarefatta e border
line resa incredibilmente autentica dall’autore. Non c'è la Milano patinata e altera della moda ma quella sporca e corrotta che conosce solo il linguaggio del male e della violenza.
Pulixi, classe ’82, ha fatto parte del Collettivo di scrittura Sabot
creato da Massimo Carlotto e ha firmato il ciclo poliziesco di Biagio Mazzeo
iniziato con Una brutta storia (E/O), e della
serie thriller I Canti del male (E/O).
Rossella Montemurro