"L'ultima signora Parrish" di Liv Constantine, quando l'invidia rasenta la follia


È audace e senza scrupoli. È pronta a tutto perché vuole riscattarsi da una vita mediocre, nell’ombra. Ha messo a punto un piano perfetto, ha la capacità di fronteggiare gli imprevisti, non si lascia intimorire… Amber Patterson ha studiato a lungo prima di insinuarsi “per caso” nella vita dorata di Daphne Parrish. Perché Daphne ha tutto: è una donna splendida, ricca, serena. È sposata con Jackson, magnate immobiliare, hanno due bambine e la loro famiglia sembra quella di una favola. Daphne ha su di sé gli sguardi della gente che conta, è impegnata nel volontariato  e ha creato un’associazione che raccoglie fondi per la fibrosi cistica. Il suo è prima di tutto un impegno morale, un modo per non dimenticare la sorella morta proprio a causa della fibrosi.
Amber ci mette davvero poco per inventarsi il dramma di una sorella morta per la stessa malattia. È un escamotage perfido ma perfetto per entrare nella grazie di Daphne. Amber lo fa usando uno stile dimesso, sotto tono, al limite del decoro: è solo il primo passo per entrare nella quotidianità dorata dei coniugi Parrish. Pazienza se una delle figlie, cattiva come solo i bambini a volte sanno essere, le dica che è brutta e si veste male. Amber sopporta, reprime le emozioni negative che la porterebbero a fare sfuriate e a mettere in riga la piccola e, con il sangue freddo che certo non le manca, escogita vendette davvero diaboliche per “eliminare” ogni ostacolo – dalle amiche di Daphne un po’ troppo guardinghe nei suoi confronti, all’arroganza di Bella fino all’anziana segreteria di Jackson…
Il mantra è questo: “Alcune donne ottengono tutto. Altre ottengono tutto ciò che si meritano”.
L’unica ombra è in un segreto del passato che, se riaffiorasse, manderebbe all’aria i progetti di Amber.
L’ultima signora Parrish (HarperCollins, traduzione di Sara Caraffini), il thriller d’esordio di Liv Constantine - è il nome scelto dalle sorelle Lynne e Valerie Constantine - è il ritratto delle varie sfaccettature dell’invidia femminile: il rancore, la rabbia per l’esistenza scintillante dell’altra – una famiglia perfetta, relazioni sociali appaganti, ogni cosa ammantata dal lusso e dalla raffinatezza – che spingono al limite della follia e della perversione.
I colpi di scena si susseguono, i segreti che fanno da sfondo alla trama incuriosiscono il lettore e danno il giusto pathos ad un thriller decisamente originale che riflette il modo in cui le donne possono diventare spietate. Nella seconda parte del thriller, però, emerge un'altra verità, quella di Daphne e i contorni della storia cambiano radicalmente: la sua favola è in realtà un dramma - per non fare spoiler non si può dire di più...
Le autrici, separate da tre Stati si tengono in contatto per ore via FaceTime ed email. Attribuiscono la loro abilità di inventare storie oscure e contorte alle ore trascorse ascoltando i racconti tramandati dalla nonna greca.
Rossella Montemurro

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