In Italia per le edizioni Clichy "Il banchiere" di Régis Jauffret, il libro scandalo che in Francia doveva essere ritirato
“Per lui gli esseri umani
erano delle macchine di carne. Non si può mai avere la certezza di possedere
gli esseri viventi. Preferiva trasformarli in macchine della sofferenza, come
faceva con gli animali selvatici che spesso gli si rivoltavano contro nei suoi
incubi. Accarezzava a calci le loro ferite, a lungo, prima di abbatterli. Se
fosse riuscito a ottenere dal suo amico ministro una licenza speciale per
cacciare la specie umana, non avrebbe avuto un attimo di esitazione ad
abbattere quelli che resistevano alla sua volontà. (…)”
È una storia davvero dura
Il banchiere (edizioni Clichy, traduzione
di Giuseppe Girimonti Greco e Maria Laura Vanorio) di Régis Jauffret, sia per
quanto riguarda la trama sia per le descrizioni, spesso estreme e molto crude.
Uscito in Francia sette
anni fa, prende spunto da una storia vera, quella di Edouard Stern, il
banchiere parigino ucciso nel 2005 a Ginevra da una donna che aveva una
relazione con lui. Sembra che Stern sia morto praticando
bondage.
Le analogie tra la realtà
e il libro di Jauffret ci sono tutte: un banchiere svizzero che muore in un gioco
erotico sado-maso e un’amante assassina - uno dei più grandi scandali sessuali
recenti in un romanzo-verità di enorme successo.
Il
banchiere in Francia è diventato un caso giudiziario che ha
messo in discussione la libertà di espressione degli scrittori: la famiglia di Stern,
infatti, ha chiesto il ritiro e la distruzione di tutte le copie del libro.
“Sono stata la sua segretaria
sessuale. Mi ha regalato una pistola. L’ho ammazzato piantandogli una pallottola
in mezzo alla fronte”.
Per Le Monde “si esce
dalla lettura di questo romanzo scossi, sconvolti, impauriti. Jauffret, forse
più di qualsiasi altro scrittore di oggi, ha il potere di portare la
letteratura oltre i limiti della crudeltà, del disagio, dell’accettabilità”.
Non c’è indulgenza, niente è edulcorato. Dai termini volgari alle immagini più
spinte a malvagità gratuite: storie raccapriccianti, torbide, distruttive
raccontate dalla voce dell’amante, una donna con un passato di abusi. Lei usa
il corpo come merce di scambio, è una escort di alto bordo alla quale il
banchiere regala un milione di dollari – briciole, su un patrimonio stimato in trenta miliardi. E sono proprio i soldi alla base dell’omicidio, quel milione
che lui vuole indietro.
“Non sono mai stata brava a mentire. Anche al processo, quando mi alzavo in
lacrime per dire la verità, mi accorgevo
che i giurati non credevano alle mie parole. Lo
sguardo della presidente si faceva più duro, era chiaro che mi considerava
un’attrice penosa. Non ho mai saputo recitare, nemmeno
la mia parte. Sembro sempre falsa, eppure qualche
volta mi sarà capitato di essere sincera! Solo gli animali sono autentici. Le
persone non sanno mai esattamente cosa provano. Per vanità credono di
assomigliare a qualcuno che gli piace. Ma a questo qualcuno non sono degni
neppure di allacciargli le scarpe”.
Il
banchiere è diventato anche un film interpretato da Laetitia
Casta.
Régis Jauffret nasce a
Marsiglia nel 1955. Debutta come scrittore nel 1985 con Seule au milieu d’elle. Il primo successo arriva nel 1998 con Histoire d’amour. Nel 2003, con Univers, univers, che si aggiudica il
Prix Décembre, e più ancora dopo il 2005, con Asiles de fous, che vince il Prix Fémina, Jauffret diventa una
delle voci più importanti della letteratura francese contemporanea. Tra i suoi
numerosi libri, ricordiamo Microfictions
(2007), Lacrimosa (2008), Claustria (2012), La ballade de Rikers Island (2014), Dark Paris Blues (Clichy, 2016), Cannibali (Finalista al Prix Goncourt 2016, edito in Italia da
Clichy nel 2017), Microfictions 2018
(2018).
Rossella
Montemurro