L'incubo peggiore per "La madre perfetta". Diventerà un film il thriller di Aimee Molloy
Entrato subito ai primi
posti della classifica del New York Times, diventerà un film per il grande
schermo La madre perfetta (Giunti,
traduzione di Roberta Zuppet) di Aimee Molloy. È un thriller che fa leva sulla
paura più grande di una madre (ulteriormente amplificata in questi tempi): la
sparizione del proprio figlio. È quello che accade a Winnie, mamma single dopo
aver accettato l’invito a trascorrere una serata insieme ad altre madri, libere,
per qualche ora, da poppate, cambi di pannolini, pianti…
Winnie fa parte del
gruppo delle ''May Mothers'', le Madri di maggio – ragazze che hanno tutte
avuto un figlio nel mese di maggio. Insieme, si incontrano in un parco a Brooklyn
per supportarsi a vicenda e, soprattutto, darsi consigli sui bambini. Diventare
madre è, per una donna, una delle esperienze più belle ma anche piene di
incognite e dubbi: rispecchiarsi in qualcuna che sta attraversando le stesse
fasi può senza dubbio aiutare a superare piccole e grandi criticità. I discorsi
di Francie (l’ansiosa), Colette (la perfettina), Nell (la manager che spesso si
abbandona all’alcol) e, appunto Winnie (con il suo carico di mistero e
sensualità), hanno un unico filo conduttore: i loro neonati e i rispettivi
problemi. Ecco perché diventa indispensabile, per una sera, staccarsi da una
routine talvolta snervante e pensare solo a se stesse. È Nell a convincere
Winnie a lasciare Midas con la babysitter per raggiungere il resto del gruppo
in un locale alla moda in un torrido 4 luglio – il giorno più caldo di
Brooklyn. L’alcol scorre a fiumi, la serata è decisamente allegra fino a quella
telefonata: la babysitter piange disperata, Midas è sparito dalla culla. Winnie
è subito nell’occhio del ciclone, i media vanno a nozze con una notizia simile.
Diventa la prima sospettata, Winnie – di cui nel frattempo si sono perse le
tracce -, ma non hanno scampo neanche le altre May Mothers, le cui vite sono
scandagliate tanto da far emergere spaccati torbidi, matrimoni di facciata e
amicizie che si incrinano. La tensione è palpabile, così come l’angoscia e la
preoccupazione delle altre madri che avvertono
quel dramma proiettato su di loro. Perché in fondo è un dramma che
chiunque potrebbe vivere.
Inizia così una corsa
contro il tempo per ritrovare il piccolo Midas: 13 giorni in cui tutto viene
messo in dubbio e nessuno è immune al sospetto. Perché ogni madre ha i suoi
segreti. E ogni donna il suo lato oscuro.
Con uno stile semplice e
diretto scandito da un ritmo serrato, l’autrice alterna la narrazione
principale con quella di un personaggio dal profilo piuttosto inquietante, con
repentini cambi di scena che incrementano la suspense.
Aimee Molloy vive a Brooklyn con il marito e due figlie. Ha scritto saggi e biografie di grande successo. La madre perfetta, suo romanzo d’esordio, è stato oggetto di un’accesa asta internazionale ed è in corso di traduzione in 16 Paesi.
Aimee Molloy vive a Brooklyn con il marito e due figlie. Ha scritto saggi e biografie di grande successo. La madre perfetta, suo romanzo d’esordio, è stato oggetto di un’accesa asta internazionale ed è in corso di traduzione in 16 Paesi.
Rossella
Montemurro