“L’uomo delle castagne”: in Italia l’attesissimo debutto internazionale dell’autore di The killing, la serie tv che ha cambiato il modo di fare thriller
Un navigato agente di
polizia, a una settimana dalla pensione, si ferma davanti alla fattoria di un
vecchio conoscente, nei dintorni di Copenaghen. Qualcosa non va. Un maiale
morto è lasciato lì. Non si fa così, in campagna. Apre la porta d’ingresso,
socchiusa, con due dita, come nei film. Per vedere una cosa che non avrebbe mai
voluto vedere: sangue, un cadavere mutilato, altri corpi da scavalcare. Cammina
fino all’ultima stanza, dove centinaia di omini fatti di castagne e fiammiferi
– infantili, incompleti, deformi – lo guardano ciechi. Stravolto, si chiude la
porta alle spalle, senza sapere che l’assassino lo sta fissando. Così si
annuncia, spaventosa, la storia dell’Uomo
delle castagne (Rizzoli), un thriller di grande livello, l'esordio di Søren Sveistrup, autore della serie tv The Killing – il cult mondiale che ha
appassionato milioni di spettatori – e sceneggiatore dell’Uomo di Neve, il film
tratto dal romanzo di Jo Nesbø. Un’invenzione narrativa complessa, un assassino
disumano che si muove nel fondo di questo libro con una cupezza senza eguali,
un’indagine condotta con angosciata bravura da due detective – uomo e donna,
lui e lei – costretti a scendere mille gradini per comprendere come
un’ossessione perfetta può deviare la mente di un individuo. Nemmeno Hitchcock.
Perché poi un grande thriller nasce soltanto da un magnete, un chiavistello del
male che attira, che vi attira inesorabilmente là, nella stanza degli omini che
dondolano. Un capitolo vi lascerà il gusto di essere su una pista possibile e
il seguente vi dirà di cambiare strada. Perché l’Uomo delle castagne ha pensato
a tutto e ricorda ogni cosa. Gli altri, finti innocenti, hanno dimenticato.
Søren Sveistrup è nato a
Copenaghen nel 1968. Adottato quando era ancora molto piccolo, ha trascorso
l’infanzia sull’isola remota di Thurø, a sud della Danimarca. Ha scelto la
strada della sceneggiatura perché “puoi usare tutto quello che sei, che ti
porti dietro, tutti i sentimenti, e farci qualcosa. Capirlo è stata una grande
liberazione”. L’uomo delle castagne è
il suo primo romanzo, un grande successo in patria tradotto in 28 Paesi.