"L’isola dell’abbandono" è un romanzo sulle grandi trasformazioni e su come le accogliamo: Chiara Gamberale si racconta a Matera
Vivere vuol dire anche
affrontare una serie di separazioni. Vuol dire crescere assumendosi il rischio
di amare follemente e altrettanto follemente soffrire.
Nell’Isola dell’abbandono (Feltrinelli), presentato questa sera a Matera
da BurroSalato, la scrittrice Chiara Gamberale (foto dalla pagina Facebook dell'autrice) le sfumature dell’abbandono le
ha analizzate tutte: c’è lo strazio di venire abbandonati, lo strazio di
lasciare andare e la difficoltà di abbandonarsi.
Chiara ha emozionato, raccontando
la sua Isola, svelando il suo dolore
sordo per un lutto - quel sentirsi ogni mattina come “un pugile suonato”,
indifferente al mondo. E, se prima il suo modo di affrontare situazioni simili
era viaggiare, con una bimba piccola (Vita, oggi di poco più di un anno), mesi
fa, era impensabile: “Ci vorrebbe una legge per le persone che soffrono,
andrebbero tutelate. Perché non serve a niente chiedere “come stai?” quando
davanti hai qualcuno che ti guarda con gli occhi sbarrati”.
Lei la forza l’ha trovata
scrivendo, veicolando il dolore nelle parole di Arianna, la protagonista, e di
Stefano – un uomo pericolosissimo che manipola e tradisce… - imbastendo una
trama nella quale mito e realtà si intrecciano senza soluzione di continuità: sembra
che l’espressione “piantare in asso” si debba a Teseo che, uscito dal labirinto
grazie all’aiuto di Arianna, anziché riportarla con sé da Creta ad Atene, la
lascia sull’isola di Naxos, in Naxos - in asso, appunto, senza un (apparente)
motivo, senza una spiegazione.
“L’isola dell’abbandono è un romanzo sulle grandi trasformazioni e
su come le accogliamo. C’è una persona che muore, una che nasce, un amore che
inizia e un amore che finisce…”, ha spiegato la Gamberale.
Lei, che da sempre ha
nella fragilità una forza incredibile, ha dialogato con Claudia Zancan della
Libreria Mondadori, incantando una platea gremita.
L'autrice è nata nel
1977 a Roma. Ha esordito nel 1999 con Una
vita sottile (Marsilio, premio Opera prima Orient-Express, Un libro per
l'estate e Librai di Padova), seguito da Color
Lucciola (Marsilio 2001), Arrivano i
pagliacci (Bompiani 2002), La zona
cieca (Bompiani 2008, premio selezione Campiello), Le luci nelle case degli altri (Mondadori 2010), L'amore, quando c'era (Mondadori 2012), Quattro etti d'amore, grazie (Mondadori
2013), Per dieci minuti (Feltrinelli
2013). Altre sue opere sono: Avrò
cura di te (Longanesi 2014) scritto con Massimo Gramellini, Adesso (Feltrinelli 2016), Qualcosa (Longanesi 2017).
Rossella
Montemurro