Con "Il grande carrello" alla scoperta dei segreti dei supermercati




Una cosa è certa: dopo aver letto Il grande carrello (Laterza) non entreremo più nei supermercati con la stessa disinvoltura. Perché i due autori, Fabio Ciconte e Stefano Liberti – giornalisti, hanno firmato le più importanti inchieste sulle filiere agro-alimentari - hanno scritto un libro in grado di aprirci gli occhi su tutto ciò che caratterizza la grande distribuzione organizzata, dagli escamotage per esporre i prodotti in modo accattivante fino a un vero e proprio (inimmaginabile) “dietro le quinte” che spiega l’origine di marchi, etichette e relative offerte promozionali. Si scopre, ad esempio, che pasta, gelati, riso e latte con il marchio di una nota catena della GDO (grande distribuzione organizzata) sono in realtà “fatti” da marchi già in commercio e, in un certo senso, leader nella produzione di quei cibi. Spiegano Ciconte e Liberti: “La marca del distributore è prodotta da fornitori in appalto, che spesso sono gli stessi che producono le marche industriali”. Il prezzo è inferiore ma la contraddizione è evidente: due articoli provenienti dallo stesso stabilimento e confezionati con la stessa materia prima si fanno concorrenza sullo stesso scaffale con marchi diversi… Che dire poi delle insalate già pronte e lavate che, a soli 99 centesimi, una volta aperta la busta hanno solo bisogno di essere condite, evitando di perdere un bel po’ di tempo: peccato solo che, ci aprono gli occhi gli autori, questa comodità costi dieci volte in più (senza contare il danno per l’ambiente, a causa degli imballaggi in plastica).

E sapevate che la maggior parte dei marchi deve pagare per esporre la propria merce in un supermercato? E che l’asta a doppio ribasso è un meccanismo perverso che danneggia fortemente i produttori?
Il grande carrello è una rivelazione: scritto in maniera estremamente semplice getta luce su aspetti molto poco conosciuti di una realtà che pensavamo fosse molto familiare. Invece, grazie alle tessere ormai onnipresenti, è la GDO che sa tutto di noi. I due giornalisti hanno racchiuso i clienti in determinate categorie - Cacciatore, Prudente, Brand Fan, Esperto o Pragmatico – che consentono di tratteggiare con precisione profili.
Eppure, anche il Boss riesce a descrivere bene la “magia” del supermercato, dove “Tutto quel che desideri e ogni cosa che hai bramato è a portata di mano”. “Queen of the Supermarket” di Bruce Springsteen rende bene l’idea: e molti di noi, pur entrando con una lista della spesa probabilmente continueranno a uscire con un carrello pieno di altri prodotti che, dagli scaffali, ci hanno letteralmente tentati.
Fabio Ciconte è direttore dell’associazione ambientalista “Terra!” e portavoce della campagna “Filiera Sporca”, contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro in agricoltura, di cui ha curato i rapporti di ricerca. Impegnato da anni in battaglie ambientali e sociali, ha realizzato diverse inchieste giornalistiche sulle filiere agro-alimentari per “Internazionale” e redatto pubblicazioni e studi per enti pubblici e privati.
Stefano Liberti, giornalista e regista, pubblica da anni reportage di politica internazionale su diversi periodici italiani e stranieri. Per minimum fax ha scritto A Sud di Lampedusa. Cinque anni di viaggi sulle rotte dei migranti (2008, Premio Indro Montanelli), Land grabbing. Come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo (2011, tradotto in più di dieci paesi) e I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta (2016).
Rossella Montemurro

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