Il 27 a Matera presentazione del libro “Il carro e il leone” di Andrea Semplici
La storia del Carro della Festa della Bruna
è quasi sempre una storia al contrario: parte dal suo finale, come se il carro
trionfale fosse soltanto la sua distruzione.
“Il Carro e il leone”, che sarà presentato giovedì 27 giugno a Palazzo Lanfranchi a Matera, racconta invece la storia
della costruzione del carro, le alchimie i segreti e le tradizioni di famiglia
che si consumano in un luogo inaccessibile per mesi e - soprattutto - è la
storia della coloratissima comunità che quest’anno ha dato vita e mani a questo
simbolo potentissimo della città di Matera.
È la prima volta nella storia centenaria
della festa che un libro prova ad aprire idealmente le porte della fabbrica in
cui nasce la festa.
Centosessantotto giorni, dal 7 gennaio al
23 di giugno, raccontati in un diario. È la cronaca quotidiana della rinascita
di una grande scultura mobile, il carro Trionfale in cartapesta costruito da
una piccola comunità di artigiani che quest’anno si è arricchita della presenza
di ragazzi stranieri rifugiati e artisti non locali.
Il libro nasce per volontà della
cooperativa sociale il Sicomoro, legata a doppio filo quest’anno alla festa
della Bruna. La cooperativa è infatti ente gestore del progetto di accoglienza
per rifugiati del Comune di Matera, che ha permesso a Kingsley, Ismaila, Savane
e altri di partecipare attivamente alla costruzione del carro. C’è però un
altro legame tra il Sicomoro e il 2 luglio legato ad un nome che i materani sono
abituati ad associare unicamente alla residenza per anziani gestita dalla
cooperativa: è il nome di Mons. Brancaccio.
Nel testamento del Brancaccio si legge
infatti “Voglio che con la Rendita del Capitale della Masseria si tenga in
città una Festività di nostra signora sotto il titulo della Bruna nostra
Avvocata, e Protettrice, che si Celebra a due di luglio e sia solennizzata da
musici et Istrumenti scelti da loro spendendo in ogn’anno cinquanta ducati. E
così continuare sempre et in infinitum”. Il vescovo dei poveri, istitutore del
monte frumentario da cui prese vita la casa di riposo, nel 700 fu il primo a
dare alla festa della Bruna la forma e le regole con cui tutti noi ancora oggi
la celebriamo. Un legame forte quello tra la festa e la Residenza Mons.
Brancaccio che il Sicomoro intende onorare destinando il ricavato della vendita
del libro al sostegno delle rette degli anziani in situazione di solitudine e
povertà ospiti della Residenza Brancaccio.
“Il carro e il leone” è in distribuzione
in via Ridola 22, nella Residenza Brancaccio e nelle librerie e attività
convenzionate