"L'isola delle anime", la Sardegna di Piergiorgio Pulixi in un noir introspettivo
È anche un omaggio alla
sua terra, la Sardegna, il nuovo thriller di Piergiorgio Pulixi, L’isola delle anime (Rizzoli): una trama
sul filo della tensione che si snoda su quest’isola contraddittoria – con coste
mozzafiato e un entroterra ostile, solare e allo stesso tempo avvolta dalle
tenebre di culti e tradizioni talvolta cruenti. E poi, le inflessioni, i modi
di dire rigorosamente in lingua sarda rendono, per quanti sono “del
continente”, L’isola delle anime
musicale e misterioso.
Così come nel suo precedente
noir, Lo stupore della notte, è
all’intuito femminile che Pulixi affida le indagini della scomparsa di una
ragazza, Dolores Murgia, che hanno molte analogie con alcuni delitti insoluti
avvenuti anni prima. Sono l’ispettore capo della questura di Cagliari Mara Rais
e Eva Croce, poliziotta distaccata da Milano per aiutare la collega a
districarsi, su richiesta del commissario capo Farci, tra cold case e la
ricerca affannosa di Dolores: alla viglia del giorno dei morti, con le
suggestioni del culto della Dea Madre, è molto concreta l’ipotesi che la
giovane possa essere sacrificata. Ad aiutarle c’è Moreno Barrali, ex agente e
malato terminale che indagò sulle morti di due giovani mai riconosciute e che
custodisce un dossier fitto e agghiacciante.
Non c’è solo la pietà per
le vittime, c’è anche e soprattutto quella per i protagonisti, ognuno con una
propria croce da sopportare, disincantati ma non ancora rassegnati. Mara ed Eva
sono due donne agli antipodi unite solo dall’amore per il lavoro e da una voglia
di riscatto. Entrambe ferite, entrambe “punite” ingiustamente.
“Eva osservava scorrere
il torrente Cisnara all’interno del parco, il volto illuminato dai riflessi
azzurrognoli delle luci delle volanti, delle ambulanze e delle fotoelettriche
della Scientifica. Il fiumiciattolo si era ingrossato per via delle ultime piogge,
tracimando. Eva si ritrovò a pensare che alcune persone erano argini. Ma non
con un’accezione negativa. Argini che, con uno sguardo, una parola o anche
soltanto con la loro presenza, ti permettevano di fluire nel tuo torrente
esistenziale, senza straripare, e senza che un improvviso empito sentimentale
ti portasse a traboccare troppa vita, troppo cuore, troppe lacrime. Argini.
Perché la corrente non disperdesse la sua forza. Argini. Per tenere lo sguardo
puntato verso l’orizzonte dei propri desideri”.
Barrali combatte invece una
guerra personale contro la malattia e contro il tempo, il suo è un unico
desiderio: risolvere quei cold case che probabilmente hanno contribuito a
consumarlo e portare in salvo Dolores. E poi ci sono le vicende dei Ladu,
residenti in una zona arcaica della Sardegna, una nucleo famigliare chiuso
dedito a culti che si perdono nella notte dei tempi. L’isola delle anime è un
viaggio sul filo della tensione che si snoda tra passato e presente.
Tradizioni, sette, culti
e credenze irrompono in un’attualità frenetica: “In Sardegna il silenzio è
quasi una religione. L’isola è composta da infinite distanze e silenzi
ancestrali che hanno qualcosa di sacro”.
Pulixi è un maestro tanto
nelle descrizioni quanto nei profili psicologici. Nulla è lasciato al caso in
questo thriller probabilmente meno ritmato rispetto al precedente ma molto più
carico di significati.
Nato a Cagliari nel 1982,
Pulixi vive a Londra. Ha pubblicato Perdas
de Fogu (Edizioni E/O 2008), L’albero
dei Microchip (Edizioni Ambiente 2009), Donne a perdere (Edizioni E/O 2010) e la serie poliziesca iniziata
con Una brutta storia (Edizioni
E/O 2012), La notte delle pantere (Edizioni
E/O 2014). Per Rizzoli ha pubblicato Lo
stupore della notte.
Rossella
Montemurro