Come un romanzo la vita di Amélie Nothomb: "La bocca delle carpe", la scrittrice si racconta a Michel Robert



Ha la passione per il disgustoso, scrive a penna china sulle sue ginocchia e vomita ogni mattina. Sembrerebbe quasi uno dei suoi romanzi La bocca delle carpe. Conversazioni con Amélie Nothomb (Voland, traduzione di Sara Manuela Cacioppo), una sorta di autoritratto della bizzarra Nothomb suscitato dalle domande dello scrittore e artista visivo Michel Robert.
27 i romanzi dell’autrice pubblicati in Francia e poi tradotti in italiano, 45 le lingue in cui l’autrice è stata tradotta e cifre sorprendenti riguardo al totale delle vendite dei suoi libri nel mondo: oltre 16 milioni di copie.
Dallo stile raffinato e ricercato, i suoi libri non lasciano mai indifferenti: qualsiasi sia la tematica affrontata, sarà sempre provocante e provocatoria. Il testo di Robert è un viaggio a 360 gradi nel “favoloso mondo di Amélie" dalla sua famiglia alle sue idee, alle sue convinzioni (“uno scrittore è qualcuno che non può vivere senza scrivere e che possiede uno stile”) alle sue manie al giudizio sui colleghi fino all’amore per la musica (“Nemmeno il libro più straordinario produrrà una reazione tanto universale come la musica. Scrivo libri perché non so scrivere musica”).
Le conversazioni tra Robert e la Nothomb si sono sviluppate dal 1995 al 2001: “Questi incontri – spiega Robert - sono sempre stati guidati da un’amicizia schietta. Ammiro Amélie. Voglio bene ad Amélie. Non gliel’ho mai detto. Non glielo dirò mai. Allora, le faccio delle domande. E lei mi risponde. Abbiamo riso tanto, fino alle lacrime. Chiacchierato come fanno i bambini nel cortile della scuola. I nostri scambi di vedute erano talvolta molto saggi, davvero divertenti, o addirittura un po’ folli…”
Una curiosità: l’Italia e l’unico paese (a parte la Francia e il Belgio, ovviamente) in cui la scrittrice viene tutti gli anni per presentare il nuovo libro in uscita.
Nata nel 1967 a Kobe, Giappone, la Nothomb trascorre l’infanzia e la giovinezza in vari paesi dell’Asia e dell’America, seguendo il padre diplomatico nei suoi cambiamenti di sede. A 21 anni torna in Giappone e lavora per un anno in una grande impresa giapponese, con esiti disastrosi e ironicamente raccontati in Stupore e tremori. Rientrata in Francia, propone un suo manoscritto a una solida e storica casa editrice, Albin Michel. Igiene dell’assassino esce il 1° settembre del ’92 e conquista subito molti lettori. Da allora pubblica un libro l’anno, scalando a ogni nuova uscita le classifiche di vendita. Ha ottenuto numerosissimi premi letterari tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Né di Eva né di Adamo ‒ da cui nel 2015 è stato tratto il film Il fascino indiscreto dell’amore di Stefan Liberski ‒ e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore. Oggi vive tra Parigi e Bruxelles.
Robert ha scritto libri di interviste col danzatore e coreografo Maurice Béjart (Actes Sud, 2006) e il designer Jacques Martin (Dargaud, 1999). Amélie Nothomb ha scritto la prefazione al suo Pascal de Duve. Lettres à un ami disparu (La Renaissance du Livre, 2001).
Rossella Montemurro

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