Il poeta Alessandro Matteucci al festival "Il Federiciano" di Rocca Imperiale
Ci sarà anche il poeta Alessandro
Matteucci tra gli autori presentati durante "Il Federiciano". Il più
importante festival poetico calabrese, giunto all'undicesima edizione,
sostenuto dal Comune di Rocca Imperiale e dalla Regione Calabria, quest'anno si
svolgerà dal 27 luglio al 4 agosto 2019, con tanti eventi gratuiti di poesia,
musica, teatro e spettacolo, tra cui rientra l'appuntamento poetico con
Matteucci per la presentazione al pubblico della sua raccolta di poesie
"Passi nell'anima".
Il libro è «di fatto una
raccolta dei testi che amo di più, fra quelli già pubblicati con Aletti nel
precedente e più compendioso volume "Guerramore", con l'aggiunta di alcuni
miei nuovi testi inediti - ha commentato l'Autore milanese, appassionato d'arte
già da piccolissimo, sollecitato dall'ambiente familiare favorevole. Nato nel
1970, da madre fiorentina, contessa di una famiglia dalle origini germaniche (i
Von Raspen, di cui resta in Italia il Palazzo Rasponi a Ravenna), e da padre
umbro con origini ispaniche, Matteucci già a 12 anni è intenzionato a
intraprendere il cammino artistico come pittore o scultore (dopo aver vinto un
concorso di disegno). Ha scelto però, una volta adulto, una professione più sicura e concreta (fa il
notaio a Carrara, centro mondiale del marmo), pur continuando a dedicarsi alle
proprie passioni per il disegno, la scultura, la pittura e soprattutto la
poesia; un'arte irrinunciabile.
«Per me, la poesia è
l'arte di fare inciampare le anime nel bello imprevisto - continua Matteucci -.
Perciò, credo che non sia poeta chiunque scriva in versi, bensì solo coloro che
sappiano governare l'abilità di infondere il senso del sublime mediante
l'orchestrato suono delle parole; come sa fare l'ottimo marinaio quando governa
la propria imbarcazione fra le onde, facendo apparire facile il difficile».
Possiede la qualità
dell'umiltà, Matteucci, e riferendosi ai propri scritti afferma: «Solo la
Storia potrà dire se fu vera poesia la mia, in ogni caso, credo di aver sempre
ammirato gli artisti della parola e di aver tentato fin da bambino di giocare a
parole con l'animo mio e altrui. Tuttavia, solo intorno ai vent'anni mi decisi
di lasciare su un foglio bianco il primo esperimento di parole orchestrate in
ordine non prosaico. Fu per un amore finito. Col tempo, poi, ho imparato a non
confondere l'Amore con gli innamoramenti, l'Intelligenza con le astuzie, i
Valori con le utilità e la Responsabilità con i poteri». Consapevolezze che ha
riversato nei suoi componimenti, come in questi versi dove emerge una
suggestiva immagine del "falso poeta": «Guardati dal poeta/ abile
nell'uso/ di immagini e colori pungenti,/ capace di confondere/ un prato col
mare,/ il falso col vero,/ giocando con le menti/ vogliose di vedere/ vita ed
un dio/ dove non è... » e che ora saranno divulgate tra i tanti frequentatori
che animeranno il borgo calabrese di Rocca Imperiale, in provincia di Cosenza,
conosciuto come "Il Paese della Poesia" per le poesie in ceramica
affisse alle facciate delle abitazioni. Anche quest'anno sono previsti numerosissimi
frequentatori, che alloggeranno nei B&B della cittadina, nelle casette
private del centro storico e della Marina ma anche nei paesi limitrofi della
Calabria e della Basilicata (in particolare tra Nova Siri, Policoro e
Scanzano), essendo Rocca Imperiale una cittadina troppo piccola per poterli
ospitare tutti.
Per l'edizione 2019, interverranno
tante personalità del mondo poetico italiano e internazionale, che terranno durante
il festival due masterclass sulla scrittura in musica e poesia: Giuseppe
Aletti, Franco Arminio, Francesco Gazzè (autore dei testi del fratello Max
Gazzè), Davide Rondoni, il poeta georgiano candidato al Premio Nobel Dato
Magradze, l’attore, autore e regista teatrale Alessandro Quasimodo (figlio del poeta
Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la Letteratura), l’intellettuale libanese
Hafez Haidar (candidato al Premio Nobel per la Pace), il più importante poeta
egiziano vivente Ahmad Al-Shahawy, il poeta della musica italiana Mogol,
in compagnia del cantautore Gianmarco Carroccia, il giornalista e presidente
della Società Dante Alighieri di Matera Pino Suriano. Quest'ultimo, Suriano, è
un talento lucano. Professore, giornalista e blogger, lo scorso anno, è stato
protagonista di un tour di conferenze in Norvegia per far conoscere Matera e i
Parchi letterari della Basilicata.
A loro si aggiungeranno
altri grandi artisti che allieteranno il pubblico festivaliero con incontri di
grande impatto emotivo. Ci sarà anche il cantautore Gianluca Grignani, già
premiato più volte per la qualità letteraria dei suoi testi, che riceverà il Premio
"Il Federiciano": il testo di una sua canzone verrà stampato su una
stele di ceramica, che sarà affissa ad una abitazione del centro storico
calabrese (si tratta di un riconoscimento prestigioso che negli anni precedenti
è stato assegnato, tra gli altri, a Lawrence Ferlinghetti, Dacia Maraini, Alda
Merini, Alejandro Jodorowsky, Mogol). Altri ospiti verranno comunicati a
ridosso dell'inizio della rassegna, che presenta un calendario ricco di eventi
di cinema, teatro, musica, spettacolo e soprattutto di poesia.
«Partecipare in veste di
autore al festival "Il Federiciano" - ammette Matteucci - mi carica
di emozionante attesa e senso di responsabilità, poiché insieme alle parole si
sfoglieranno anche le mie idee, seminate, annaffiate e accudite con Amore per
anni. È come presenziare al primo esame di maturità di un figliolo: l'attesa
non può non essere trepidante».