Atmosfere, clima, odori e rumori della Pietroburgo del XIX secolo in “Anja la segretaria di Dostoevskij” di Giuseppe Manfridi
Dal primo novembre in
tutte le librerie torna Giuseppe Manfridi con il suo ultimo lavoro “Anja la
segretaria di Dostoevskij”, nella collana visioni della casa editrice romana La
Lepre Edizioni. Vera Macchina del Tempo, questo romanzo sonda il mistero del
legame profondo che si stabilì tra Dostoevskij e Anja nel breve tempo della
stesura del Giocatore restituendoci, con una scrittura straordinariamente
evocativa, atmosfere, clima, e persino odori e rumori della Pietroburgo del XIX
secolo.
Bastano ventisei giorni a
trasformare una adolescente in una moglie?
Questa la domanda della
Lepre che immediatamente inquadra uno dei temi cardine di questo libro. Anja. La
segretaria di Dostoevskij racconta, infatti, l’incontro tra Dostoevskij e la
giovane stenografa che sposerà. Siamo a San Pietroburgo anno 1866. Lo scrittore
quasi cinquantenne Fëdor Michajlovič Dostoevskij è afflitto dall’epilessia e
reduce dall’aver firmato un contratto-capestro col suo mefistofelico editore:
si è impegnato a consegnare un nuovo romanzo nell’arco di un mese. In caso
contrario perderà i diritti su tutte le sue opere passate e future. Consigliato
dagli amici, si rivolge a una scuola di stenografia che gli mette a
disposizione la migliore delle sue allieve: Anja Grigor’evna, una graziosa
adolescente curiosa del mondo, che ha ereditato dal padre la passione per la
letteratura. Fra i due, in ventisei giorni, nascerà un amore estremo a dispetto
dello scandaloso divario di età. Anja rimarrà la fedele custode dell’opera di
Dostoevskij fino alla propria morte, avvenuta trentasette anni dopo quella del
marito.
Giuseppe Manfridi è
scrittore e autore teatrale rappresentato in Italia e all’estero. Tra le sue
commedie di maggior successo, Giacomo il prepotente (1989), Ti amo Maria!
(1990), Zozòs (1994), La cena (in scena dal 1990). Per il cinema ha firmato la
sceneggiatura di Ultrà che, con la regia di Ricky Tognazzi, vince l’Orso
d’argento a Berlino nel 1991. Debutta nella narrativa con Cronache dal
paesaggio (Gremese 2006), in gara al Premio Strega nel 2006, come avverrà di
nuovo nel 2008 con La cuspide di ghiaccio (Gremese). Di recente ha pubblicato
Filastrocche della nera luce. Cronache dalla Shoah (La Mongolfiera 2018). Nel
2016 ha pubblicato nelle nostre edizioni Anatomia della gaffe e, nel 2017,
Anatomia del colpo di scena.