Davide Carnevali, uno dei drammaturghi italiani più rappresentati sulla scena europea, firma "Il diavolo innamorato"
Conosciuto
da anni per il suo teatro, Davide Carnevali, mette in scena in Il diavolo
innamorato (Fandango) una sacra rappresentazione, trascinando il lettore in una
dimensione senza tempo, dove tutto può realizzarsi e assumere un senso nuovo. E
così il lettore si fa spettatore e attore, dialogando col dio dei cristiani, un
dio tutto umano che inventò le stelle per diletto – “Le fece perché amava
sedersi la notte nel mezzo del suo giardino a guardarle per ore, dall’alto del
firmamento, in silenzio, fino alle prime luci del mattino” –; penetrando i
segreti della cabala ebraica che svela il significato dell’impronunciabilità
del nome di Dio, un dio immenso e sfuggente; immaginando una matematica oltre i
numeri e lo spazio per accorciare le distanze con il dio dei musulmani. Come in
un moderno Vangelo apocrifo, nel Diavolo innamorato Davide Carnevali si
avvicina per sovvertirle alle scritture e alle tradizioni delle grandi
religioni monoteiste, il cristianesimo, l’ebraismo e l’Islam, con l’ironia, la
leggerezza e l’originalità tipiche della sua drammaturgia. Nessuna risposta è
fornita, su quale sia la nostra origine né dove vada il nostro destino, quasi
l’autore affermasse l’unità di creatore e creatura. Nessun insegnamento è
certo, perché la conoscenza, come il volto di Dio, è velata. Non resta che un
toccante tableau vivant, un programmatico libretto rosso, una consolante via
crucis, e al centro l’uomo alla malinconica ricerca del Paradiso perduto
Davide
Carnevali (Milano, 1981), uno dei drammaturghi italiani più rappresentati sulla
scena europea, vive e lavora tra l’Italia, Berlino e Barcellona come autore,
regista e traduttore. Artista associato a ERT Emilia Romagna Teatro, è
professore di drammaturgia in diverse accademie di teatro internazionali. Ha
scritto, tra gli altri: Variazioni sul modello di Kraepelin (Actes Sud, 2012;
Einaudi, 2017), con cui si è aggiudicato il Premio Theatertreffen Stückemarkt
2009, il Premio Marisa Fabbri 2009 e il Premio delle Journées des auteurs de
Lyon nel 2012; Sweet Home Europa (CUE Press, 2015); Ritratto di donna araba che
guarda il mare (Actes Sud, 2015), con cui ha vinto il Premio Riccione per il
Teatro nel 2013. Tra i suoi ultimi lavori: Actes obscens en espai públic
(Teatre Nacional de Catalunya, 2017), Maleducazione transiberiana (Teatro
Franco Parenti, 2018), Ein Porträt des Künstlers als Toter (Staatsoper Unter
den Linden, 2018) e Menelao (ERT, 2018). I suoi testi, tradotti in tredici
lingue, sono stati presentati e pubblicati in diversi paesi. Per la sua
carriera teatrale, gli è stato conferito nel 2018 il Premio Hystrio alla
Drammaturgia.