Incastrate dalla terza inquilina: la Pattison firma una storia da brividi tutta al femminile
Inizia quasi in sordina
per poi lasciarsi andare a un ritmo martellante La terza inquilina (Fabbri, traduzione di Elena Cantoni) di C. L.
Pattison: una storia tutta al femminile che, pagina dopo pagina, fa
emergere le ombre più scure dell’animo umano.
Megan e Chloe, amiche
intime, hanno finalmente trovato la casa che desideravano da sempre. Il
proprietario, però, non intende trattare sul prezzo di affitto e loro si
trovano costrette a cercare una terza inquilina per far fronte alle spese
mensili. Dopo una selezione piuttosto rapida, rimangono colpite da Sammi, una
brillate giornalista che lavora nel campo della moda, fin troppo discreta e
solitaria.
Da quando però Sammi
entra in casa, oltre a emergere incomprensioni tra Megan e Chloe, piomba una tensione palpabile, complici anche alcuni atteggiamenti della nuova
arrivata che mettono Megan sulle difensive: ha spesso scatti d’ira, ha portato con
sé pochissima roba, di lei non c’è traccia sui social (eppure è una giornalista
e i social dovrebbero rappresentare uno dei suoi strumenti di lavoro),
custodisce gelosamente un grosso album pieno di ritagli di giornali e foto che
quando, per curiosità, Megan ha provato a guardare, ha provocato una reazione
violenta di Sammi. E poi è intrigante, melliflua, sembra voler soggiogare
Chloe - che sta passando un periodo pesante sul lavoro e nel privato e,
contemporaneamente, le sono tornati episodi di sonnambulismo che stanno
mettendo a repentaglio la sua serenità - per entrare nelle sue grazie: riesce a
carpirne le confidenze e a utilizzarle per i propri scopi. Scopi che, a prima
vista, sembrerebbero quelli di allontanare le due ragazze, accertata la palese
diffidenza di Megan nei confronti di Sammi. In realtà il tutto è un po’ più
complicato: la Pattison è bravissima nel confondere le acque, grazie a un’altra
voce che si alterna a quelle, del presente, di Chloe e Megan. È di una bambina
che vive in una famiglia disfunzionale, con una madre alcolizzata e
anaffettiva, in grado solo di gridare e picchiare, e un padre troppo debole per
salvare la piccola dalla furia materna. Sono descritti episodi spesso
agghiaccianti nei quali la bambina è o vittima o carnefice…
La Pattison che per
vent’anni è stata una giornalista di spettacolo per poi intraprendere una
carriera nelle forze di polizia, spinge la trama al limite e può permetterselo
grazie a uno stile diretto e a un intreccio particolarmente credibile: ben
presto anche il lettore vive e accetta
il paradosso di convivere con una persona alla quale è stata aperta la porta di
casa propria nonostante riesca ad angosciare le inquiline con un’aura di
mistero e malvagità. Si rimane con il fiato sospeso, fino all’ultima pagina.
Rossella
Montemurro