Un equilibrio precario tra i chiaroscuri della vita: "Il colibrì" di Sandro Veronesi
Leggere Il colibrì (La Nave di Teseo), il nuovo
romanzo di Sandro Veronesi, vuol dire andare incontro a una vertigine. Il
protagonista, Marco Carrera, si tuffa nella vita (e spesso ne è travolto) e ciò
che passa – o affronta o gli piomba addosso – è raccontato non in maniera
cronologica ma a macchia di leopardo. Dagli anni Duemila si torna ai Novanta e
poi si arriva ai Settanta e di nuovo ai Duemila, e così via. C’è la sua voce,
in prima persona, ma ci sono anche lettere, email e messaggi Whatsapp; è un
continuo oscillare di decenni, stati d’animo, disavventure, perdite. E di
perdite Marco ne ha subite davvero tante, insieme ai lutti. Eppure ha sempre
cercato di mantenere un equilibrio – per quanto fragile e precario -, come un
colibrì – da bambino aveva una crescita rallentata e la mamma aveva coniato per
lui un soprannome, il più rassicurante, colibrì, per rimarcare che, insieme
alla piccolezza, in comune con quel grazioso uccellino Marco aveva anche la
bellezza e la velocità.
Cresciuto, insieme
a un fratello e a una sorella, con genitori dalle dinamiche tanto particolari
quanto emotivamente pericolose – “(…) nella loro unione l’amore c’era, sì, ma
era a senso unico, tutto provato da lui verso di lei, un amore infelice,
dunque, eroico, canino, irriducibile, indicibile, autolesionistico, che sua
madre non era mai riuscita ad accettare né a ricambiare, ma d’altro canto
nemmeno a rifiutare, essendo evidente che nessun altro uomo al mondo avrebbe
mai potuto amarla così, e che perciò era diventato un tumore, sì, un ingombro
maligno e proliferante che lacerava la sua famiglia dall’interno e la teneva
inchiodata all’infelicità (…) -, è come se Marco, per corazzarsi dalle insidie
della vita, si fosse dotato di un’invidiabile resistenza passiva.
Nonostante tutto,
i colpi bassi arrivano sempre. Come l’opacità del matrimonio con Marina che
sembrava avere le basi su un amore folle - “Come si fa a raccontare lo scoppio
di un grande amore quando si sa che è finito a schifio? E come si fa a ritrarre
quello dei due che viene ingannato – perché già all’inizio c’è un inganno – senza
che sembri uno stupido? (…)” – e non era altro che un miraggio: “(…) era tutto
sbagliato, fin dall’inizio, tutto una finzione. Succede spesso, quando si
formano le coppie, e poi le famiglie – solo che in questo caso la finzione era
davvero troppa, e troppo patologica, e il disastro inevitabile”. O come il patto scellerato con Luisa, l’amante:
“Ma è vero che se una storia d’amore non finisce, o come in questo caso nemmeno
comincia, essa continuerà a perseguitare la vita dei protagonisti con il suo nulla
di cose non dette, azioni non compiute, baci non dati (…)”.
E poi, il fratello
Giovanni e la sorella Irene, la figlia Adele e i suoi problemi psicologici, un
amico strampalato di gioventù… tipi umani indimenticabili che fanno da
corollario a un uomo su generis.
Marco in fondo
vive sospeso, in un presente che non riesce mai a cogliere, proteso nella
nostalgia del passato che, se da un lato prova a consolarlo dai dispiaceri che
subisce, all’altro tende anche ad allontanarlo dalla quotidianità.
Veronesi, con la
sua scrittura avvolgente, è riuscito a comporre una trama perfetta, che
entusiasma, commuove, fa riflettere. È lo specchio dell’esistenza con tutti
suoi chiaroscuri.
Sandro Veronesi è nato a Firenze nel 1959. È laureato in architettura.
Ha pubblicato: Per dove parte questo treno allegro (1988), Live (1996, nuova
edizione La nave di Teseo 2016), Gli sfiorati (1990), Occhio per occhio. La
pena di morte in quattro storie (1992), Venite venite B–52 (1995, nuova
edizione La nave di Teseo 2016), La forza del passato (2000), Ring City (2001),
Superalbo (2002), No Man’s Land (2003, nuova edizione La nave di Teseo 2016),
Brucia Troia (2007, nuova edizione La nave di Teseo 2016), XY (2010), Baci
scagliati altrove (2012), Viaggi e viaggetti (2013), Terre rare (2014), Non
dirlo. Il Vangelo di Marco (2015) e Un dio ti guarda (La nave di Teseo, 2016).
Pubblicato nel 2005 e vincitore nel 2006 del Premio Strega, Caos calmo (nuova
edizione La nave di Teseo 2016) è stato tradotto in 20 paesi. Sandro Veronesi
ha collaborato con numerosi quotidiani e quasi tutte le riviste letterarie.
Attualmente collabora con il “Corriere della Sera”.
Rossella Montemurro