Moglie, mamma e agente dei Servizi: è "Una donna normale" di Roberto Costantini
Provateci voi a
combattere ogni giorno con la “gestione” di una famiglia e quella di un lavoro
undercover. Difficilissimo, soprattutto se siete una donna.
Ecco, Aba Abate
è una donna normale. È sposata con Paolo, un pubblicitario aspirante scrittore,
un uomo mite ma molto tra le nuvole. Hanno due figli adolescenti, Cristina e
Francesco, una cagnolina, Killer e il loro ménage è uguale a quello di migliaia
di famiglie - la sveglia, la scuola, il lavoro, le incombenze domestiche… -
tranne che per un particolare: Aba Abate che, per tutti, è un’impiegata del
Ministero degli Interni, in realtà è un’agente dei Servizi. Nome in codice Ice.
Fredda come il ghiaccio, addestratissima, in grado di portare a termine
missioni delicate. Capace di partire, dalla sera alla mattina, per arginare
minacce terroristiche e tornare a casa come se niente fosse per occuparsi della
casa e dei figli. Senza la possibilità di confidarsi, di chiedere consigli,
mentre è lei una “spalla” per gli altri – come accade con Tiziana, la sua unica vera amica dai tempi della scuola.
Una donna normale
(Longanesi) è il nuovo libro di Roberto Costantini: un romanzo avvincente, dal
ritmo serrato che descrive alla perfezione una donna (mito) multitasking, con un’intelligenza
spiccata e una forza d’animo immensa. È come se la vita di Aba fosse un Tetris, a
maggior ragione se deve vedersela con una soffiata da brividi: in Italia sta
arrivando via mare dalle coste libiche un terrorista pronto a farsi esplodere. Aba
ha solo una settimana di tempo per scongiurare l’attacco e, per farlo, è costretta
a intervenire in prima persona anche sul campo, in Libia e in Niger. Brancola
nel buio, l’unico appiglio è il professor Johnny Jazir, un uomo mellifluo e
senza scrupoli che poco per volta riesce a metterla in crisi. In poche ore, le
due vite parallele di Aba iniziano a sfaldarsi: sia sul lavoro sia in famiglia
tutto sembra sgretolarsi e non andare per il verso giusto. Anche gli affetti, sui
quali aveva sempre puntato, si incrinano di fronte agli inevitabili problemi.
La trama,
originale, si snoda lungo tre differenti voci: quella di Aba, quando è in
famiglia; la terza persona se la donna è al lavoro e la prima persona, di
nuovo, per i suoi pensieri. I capitoli sono scanditi dai giorni della
settimana, le atmosfere cambiano in modo repentino: la relativa tranquillità
della casa si scontra con la tensione degli uffici dei Servizi. Bisogna
dubitare di tutto e tutti, Aba è bravissima ad analizzare ogni sfumatura nelle
espressioni di chi le sta di fronte – e anche il collega più affidabile può non
rivelarsi tale. Ci sono ombre ovunque, insidie, tranelli. Ci sono momenti in
cui bisogna decidere di fidarsi – non si ha altra scelta – anche se questo
significa scendere a compromessi, andare in conflitto con i propri valori.
Costantini ha
dato vita a una storia molto cinematografica con personaggi di spessore che
sarebbe interessante incontrare ancora. Dopo il commissario Balistreri, Aba
Abate ha tutte le carte in regola per continuare le sue missioni.
Roberto
Costantini (Tripoli, 1952), ingegnere, Master in Management Science
all’università di Stanford (California), è dirigente della Luiss Guido Carli di
Roma dove insegna Negoziazione e Leadership. Consulente aziendale, ha lavorato
per società italiane e internazionali. È autore di una serie di romanzi che
hanno come protagonista il commissario Michele Balistreri, bestseller tradotti
negli Stati Uniti e nei principali paesi europei. Con la Trilogia del male ha vinto il
Premio speciale Giorgio Scerbanenco 2014 come «migliore opera noir degli anni
2000». Con La moglie perfetta è
stato finalista al premio Bancarella 2016.
Rossella Montemurro